“Mafia Capitale su pelle dei rom”, sciopero della fame del presidente Ass. 21 Luglio

HomeROMA CAPITALE 1

“Mafia Capitale su pelle dei rom”, sciopero della fame del presidente Ass. 21 Luglio

21luglioologo“L’operazione “Mondo di Mezzo”, coordinata dalla Procura di Roma, sta rompendo la spessa coltre di omertà presente sul ramificato sistema corruttivo di stampo mafioso finalizzato all’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici da parte del Comune di Roma, con interessi attivi anche nella gestione dei “campi nomadi” della Capitale”.

Lo scrive l’Associazione 21 luglio che dal 2010 denuncia nelle sue ricerche come negli ultimi anni a Roma ad un drammatico peggioramento delle condizioni di vita delle comunità rom sia corrisposto un aumento della spesa pubblica per interventi volti a segregare, concentrare e allontanare famiglie rom in emergenza abitativa, violandone in maniera sistematica i diritti umani. “

L’inchiesta giudiziaria di questi giorni sta dimostrando come sulla pelle dei rom rappresentanti istituzionali, militanti politici e cooperative ne abbiano tratto un ampio profitto economico. È innegabile come sia convenuto a molti soffiare sulla cenere dell’antiziganismo, sgomberare per anni da un punto all’altro della città donne, uomini e bambini rom, ampliare i «villaggi attrezzati» per aumentare a dismisura la concentrazione abitativa, istituire i “centri di raccolta rom” in spazi privi di autorizzazione. L’inchiesta di questi giorni sta dimostrando – prosegue l’associazione – come la sofferenza dei rom che oggi a Roma vivono stipati in insediamenti indegni e in centri di raccolta illegali sia anche figlia di un processo politico-mafioso dovuto al fatto che i rom producono denaro e rendono voti (il tutto ripetendo senza sosta che i ladri “sono loro”). I “campi rom”, così come i “centri di raccolta rom” sono un prodotto che si riesce a vendere bene attraverso precisi messaggi comunicativi: si racconta in giro che i rom non sappiano e non vogliano vivere in abitazioni convenzionali, li si criminalizza additandoli come il problema della città, gli si costruiscono intorno delle gabbie nelle quali rinchiuderli. L’operazione è semplice quanto redditizia. Ma nei suoi calcoli non tiene assolutamente in considerazione la sofferenza e la ripetuta lesione di dignità e diritti umani che comporta. Sulla pelle dei rom”.

L’Associazione 21 luglio ritiene sia giunto il momento di voltare pagina e dire la parola “fine” al “processo deumanizzante e lucrativo finalizzato a incassare denaro sulla sofferenza delle famiglie rom a Roma. La “decapitazione” dell’Ufficio Nomadi di Roma Capitale, a seguito dell’arresto della sua responsabile, è il segno tangibile dell’urgenza di un cambio totale di indirizzo”.

L’Associazione 21 luglio chiede pertanto al sindaco di Roma un segno concreto che indichi un radicale cambio di indirizzo politico. E lo fa a partire dal “Best House Rom“, il centro di raccolta di via Visso che “incarna tutte le contraddizioni di un sistema organizzato e redditizio volto a concentrare e segregare i rom in spazi di sofferenza e violazioni dei diritti umani”.

Per tale ragione, a partire da sabato 6 dicembre il presidente dell’Associazione 21 luglio inizierà uno sciopero della fame a oltranza e, da mercoledì 10 dicembre, “Giornata Internazionale dei Diritti Umani” verrà allestito dall’Associazione 21 luglio un presidio fisso con raccolta firme in prossimità del “Best House Rom”, in via Visso 12, Roma. Le due azioni termineranno solo quando l’Amministrazione Comunale darà dimostrazione concreta di voler relegare al passato la “stagione dei campi” e avviare una nuova politica di reale inclusione delle comunità rom nella città di Roma.