Lavinia Guglielman è una giovane attrice italiana.
Romana, figlia della scrittrice toscana Tiziana Marini, sin da piccola inizia a frequentare la Dance School Academy e, ancora bambina, viene notata dalla regista Cristina Comencini e ciò le ha permesso di lavorare nel film “Và dove ti porta il cuore”, a fianco di Virna Lisi, tratto dall’omonimo romanzo di Susanna Tamaro.
Da allora ha interpretato numerosi ruoli, in particolare drammatici, come ad esempio il ruolo della figlia di Enzo Tortora, Gaia, nel film di Maurizio Zaccaro “Un uomo perbene” ed è apparsa in numerose fiction per la televisione.
Ha vinto la “Rosa d’Argento della città di Roseto degli Abruzzi” come protagonista del film “Samir”; il premio “Sogno D’Amore” al Gran Galà di San Valentino della Città di Terni per “Distretto di Polizia”; nonché il premio “Cristallo dei corti di Sabaudia 2006” come protagonista del corto “La ninfetta e il maggiordomo” di Luca Verdone.
Seguo Lavinia da molto tempo, come raro esempio di talento italiano in ambito artistico. Inoltre non posso negare che è una cara amica dallo spiccata simpatia ed è anche per questo che ho deciso di proporle quest’intervista, in esclusiva.
“Ricordo perfettamente che fin da piccolissime io e mia sorella Ilaria passavamo intere giornate davanti alla televisione ad imitare in ogni minimo dettaglio i passi di danza delle ballerine dei corpi di ballo e, i miei genitori, vedendo la passione che ci mettevamo, hanno deciso di iscriverci presso questa scuola, dove ho trovato insegnanti favolosi che mi hanno insegnato tecnica e disciplina e hanno radicato ancora di più in me l’amore verso quest’arte meravigliosa”.
Il tuo primo ruolo come attrice, peraltro molto commovente (ancora ricordiamo i tuoi tristi occhioni neri), lo interpretasti bambina. Com’è stato per Lavinia-bambina recitare quel ruolo ?
“Avevo 9 anni quando ho recitato con Virna Lisi in ‘Và dove ti porta il cuore’ e per me fu una grande opportunità. Recitare è un divertente gioco per i grandi, figuriamoci per i bambini! Loro si immedesimano con molta più naturalezza e spigliatezza degli adulti. Per me questa è stata l’occasione di esprimere, fare, dire, inventare, creare situazioni, il tutto seguita da grandi professionisti che mi hanno coccolato dal primo all’ultimo giorno di set”.
Tu di provini, sin da bambina, ne hai fatti parecchi, in effetti…
“Penso che la vita in generale sia un continuo provino. Come diceva Eduardo ‘gli esami non finiscono mai’. Sì, è vero, ho fatto tanti provini. Credo, in realtà,di non averne mai saltato uno. E questo per coerenza e serietà professionale. Il provino è un momento molto importante per un attore, inutile negarlo. Se va bene, può cambiarti la vita, se va male ‘domani è un altro giorno’ e ci sarà una nuova occasione. Io metto in questo aspetto del mio lavoro un po’ di sano ottimismo e mi avvicino ai provini con la massima preparazione.
I ruoli che spesso interpreti sono drammatici ed il tuo sguardo, ad un’attenta osservazione, è in effetti profondo ed a tratti un po’ malinconico. Cosa c’è nello sguardo di Lavinia Guglielman ?
“Nello sguardo di tutti c’è il nostro vissuto, i momenti più belli ma anche quelli più delicati della nostra vita, e forse, data la mia forte sensibilità che con il tempo ho cercato di far diventare il mio punto di forza, c’è proprio questo. L’aver vissuto ogni situazione con grande partecipazione emotiva. Quando recito quelle emozioni diventano lo strumento atraverso il quale affronto un personaggio”.
Sei molto giovane, ma hai già un interessante curriculum alle spalle. Pensi di continuare a recitare, oppure hai altri progetti per il futuro ?
“Sì, sono convinta che è quello che voglio fare. E’ ciò che mi fa stare bene e, dato che di vita ce ne è stata data solo una, voglio viverla facendo quello che amo fare”.
Preferisci recitare in teatro, in un film o in una fiction ?
“Non ho una preferenza particolare. La mia esperienza riguarda di più la telecamera, ma per me recitare è recitare, in qualsiasi forma”.
Che cosa pensi della televisione di oggi?
“La televisione è lo specchio dei tempi. Talvolta ci troviamo a guardare programmi superficiali e di basso livello culturale. Ora, poiché ritengo che fra i compiti della televisione ci sia quello di migliorare il livello culturale dell’ascoltatore medio, sono contraria a certi programmi un po’ stupidi. Però ritengo anche che la tv, proprio perché specchio dei tempi debba offrire una vasta gamma di prodotti al suo pubblico, che è ovviamente eterogeneo. Credo che ognuno debba poter trovare il “suo programma”. E poi non dimentichiamoci che lo spettatore ha un’arma potentissima per neutralizzare le eventuali imbecillità e cioè il telecomando. Comunque devo dire che oggi l’offerta della tv è molto ampia, per cui alla fine qualcosa di buono si trova sempre . La cultura? Ce n’è di buona e di cattiva. Non si deve mai generalizzare e non è facile dare un giudizio. Però penso che, volendo, senza spendere troppo si possono leggere buoni libri, si può andare al cinema e a teatro. Insomma, anche la tv a suo modo è cultura, i giornali, internet. Insomma voglio dire che ognuno può arricchire cuore e mente in modi diversi, come meglio crede. Io sono per una cultura che salvi la creatività, l’originalità, la fantasia, l’intelligenza, la memoria, sempre con un occhio rivolto all’uomo ed alla società. Non mi piace la cultura che omologa e appiattisce”.
Luca Bagatin