L’analisi – Brandelli d’Italia, l’Italia s’è persa. Al via la rifondazione

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L’analisi – Brandelli d’Italia, l’Italia s’è persa. Al via la rifondazione

PrandellinazionaleA Natal l’Italia perde contro l’Uruguay di Tabarez, salutando anzitempo il mondiale brasiliano. Gli azzurri escono mestamente dalla competizione, disputando ancora una volta una partita evanescente, creando ben poche occasioni da gol e mostrando una fragilità difensiva imbarazzante. Prandelli stesso era corso ai ripari dopo la non confortante prova con i costaricensi, riproponendo il 3-5-2, affidandosi al blocco Juventus in difesa e concedendo per la prima volta una maglia da titolare a Ciro Immobile. Nonostante il modulo più offensivo, l’Italia non è riuscita a creare occasioni degne di nota, con Balotelli apparso piuttosto nervoso in campo e spesso fuori dalla manovra e Immobile troppo frettoloso ed impreciso nei disimpegni. L’Uruguay dal canto suo non ha impensierito affatto la porta di Buffon se non con una doppia occasione capitata sui piedi del “pistolero” Suarez. Nella ripresa Prandelli ha sostituito inaspettatamente Balotelli con Parolo, impostando una formazione più difensiva. La sorte avversa però poco più tardi si è abbattuta sugli azzurri tanto da costringerli a disputare in 10 gran parte del secondo tempo per l’espulsione, discutibile, di Marchisio. Inevitabili gli assalti finali della “Celeste” che ha colpito all’81 con il forte centrale dell’Atletico Madrid, Godin, svettando più in alto di tutti e battendo un’incolpevole Buffon. Negli ultimi minuti l’Italia ha tentato invano l’assalto finale al fortino dei sudamericani, senza però impensierire minimante la porta difesa da Muslera, mai impegnato nell’arco dei 90 minuti di gioco.

Al termine del match ed a seguito della cocente eliminazione, in casa azzurri è scoppiato il putiferio. Prandelli prima e Abete poi hanno rassegnato, giustamente, le dimissioni per la pessima figura della spedizione italiana in Brasile. Più tardi i veterani Buffon e De Rossi hanno, invece, rilasciato dichiarazioni importanti sulla nazionale e sul futuro di questa, che obiettivamente appare nebuloso e con poche certezze. La delusione brasiliana, infatti, porterà con se molte scorie difficili da smaltire. Probabilmente verrà a breve pianificato un progetto che permetterà alla FIGC di investire, finalmente, sui giovani e sui vivai italiani, spesso e volentieri non presi in considerazione e poco sfruttati dalle società italiane. La mancanza di qualità e di giocatori di prospettiva purtroppo è e sarà un problema che andrà risolto nel più breve tempo possibile perché già a Settembre inizierà una nuova avventura azzurra, con un nuovo allenatore, il cui obiettivo minimo sarà quello di ridare lustro ad una nazionale quattro volte campione del mondo e sempre ai vertici del calcio internazionale. Ad oggi il compito sembra più arduo del previsto, poiché come già annunciato in passato, la nazionale perderà il suo uomo simbolo: Pirlo, che a 35 anni suonati abbandonerà la nazionale, così come a breve seguirà l’addio di Buffon. Il compito difficile ma non impossibile, sarà proprio quello di sostituire questi Totem e baluardi azzurri con giocatori giovani e pronti a caricarsi sulle proprie spalle, responsabilmente, le sorti azzurre.

Nel discorso su fatto non rientra però la figura di Mario Balotelli, che pur giovane (classe ’90) ha fallito clamorosamente l’ennesima prova di dimostrare a tutto il mondiale le sue reali capacità. Le prove pessime e la strafottenza mostrata dal giovane italiano, hanno lasciato perplessi molti addetti ai lavori oltre che alcuni suoi compagni di squadra, a tal punto da isolarlo nello spogliatoio. A breve partirà il toto-allenatore che sostiuirà il dimissionario Prandelli, e i nomi “caldi” sono quelli di Allegri, Spalletti e Mancini, anche se il primo sembra essere in vantaggio sugli altri, non tanto per le qualità quanto per una questione meramente economica. Staremo a vedere, il cantiere Italia a breve aprirà i battenti e il lavoro da fare sarà tanto e faticoso.

Francesco Moresi