L’INTERVISTA – Cristiana Avenali: Ecco il nuovo piano energetico e ambientale del Lazio

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L’INTERVISTA – Cristiana Avenali: Ecco il nuovo piano energetico e ambientale del Lazio

cristianavenaliCristiana Avenali è consigliera regionale del gruppo Per il Lazio e componente della Commissione Ambiente e mobilità. Attivissima da sempre a difesa del paesaggio e del territorio punta adesso al raggiungimento di un importante obiettivo istituzionale: il nuovo piano energetico ed ambientale del Lazio.

Consigliere, giovedì prossimo avverrà la presentazione del nuovo Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR). Quali saranno i capisaldi di questo documento? “Per prima cosa partiamo da un assunto: i cambiamenti climatici, causati dall’azione umana, sono ormai un fatto inconfutabile. Detto questo bisogna intervenire, nel più breve tempo possibile, per cambiare rotta e mettere in campo azioni efficaci per la lotta ai mutamenti climatici, così come per mitigare e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici e favorire la capacità di adattamento. Si tratta di una delle principali sfide che l’umanità ha di fronte. Nonostante sia una sfida globale ogni territorio, e soprattutto le regioni, deve dare il suo contributo. Il principale settore dove intervenire, per ridurre le emissioni di gas serra, è il settore energetico. E quindi pensiamo che l’obiettivo principale della politica energetica sia la riduzione delle emissione di CO2.  Il 3 e 4 aprile dunque presenteremo contenuti e la nostra idea di percorso per costruire il nuovo piano energetico ed ambientale del Lazio, confrontandoci con tutti i possibili protagonisti. E questo è il secondo aspetto fondamentale, ovvero la condivisione e partecipazione. Per rendere il confronto reale ed utile, abbiamo chiesto ai relatori di farci una fotografia della situazione energetica del Lazio e degli obiettivi europei e nazionali, contestualizzati a livello territoriale. Riteniamo che la nostra regione debba in primis preoccuparsi di centrare gli obiettivi europei e nazionali, per ridurre le proprie emissioni di gas serra, poi valutare quale siano le azioni aggiuntive che può mettere in campo tenendo conto del tessuto economico, produttivo e sociale, per far si che la riduzione della CO2 sia accompagnata da una crescita della qualità della vita, dell’occupazione e delle imprese, prevenendo o affrontando con trasparenza e correttezza i conflitti sociali. Infine c’è l’obiettivo di mettere a sistema e a fattor comune le norme, gli strumenti, tra cui gli incentivi e i finanziamenti, dando certezza dei tempi e continuità. Dovranno poi emergere quelle eccellenze del nostro territorio come ricerca e innovazione, vista la grande presenza nel territorio laziale di università, enti e poli tecnologici”.

Voi avete definito “I vigenti strumenti di pianificazione regionale” ormai datati ed obsoleti. Può ampliarci il concetto? “Il piano energetico ambientale regionale vigente è stato adottato dalla Regione Lazio nel febbraio 2001. Il 4 luglio 2008, l’allora Giunta Marrazzo approvò un nuovo Piano energetico regionale, che non fu successivamente sottoposto all’approvazione del Consiglio regionale. In termini assoluti quindi, non parliamo di strumenti del secolo scorso, tuttavia da allora ad oggi, è cambiato il sistema “energetico”. Assistiamo ad una vera e propria transizione, che ancora non è conclusa. Dal 2008 in poi abbiamo avuto la crisi economica e finanziaria, che ha comportato una riduzione dei consumi energetici, senza precedenti. In Italia, c’è stato il tentativo di ritorno e l’uscita definitiva dal nucleare, grazie alla volontà della stragrande maggioranza degli italiani. La crescita impetuosa delle fonti rinnovabili, guidate in particolare dal fotovoltaico con oltre 550 mila impianti installati in Italia e quasi 40 mila nel Lazio, e gli esperti dicono che siamo vicini alla grid parity per il fotovoltaico. Centinaia di migliaia di domande per la riqualificazione energetica e i certificati bianchi, strumenti che hanno il pregio di aumentare l’efficienza energetica, la “nascita” e la crescita dello shale gas che sta cambiando gli equilibri internazionali, ed altro ancora. Non tutto ciò che avvenuto è positivo, ma sicuramente c’è stata una drastica rottura con il passato. In questo “nuovo mondo” dobbiamo immaginare il futuro piano energetico, tenendo ben presente che sempre di più dovremo confrontarci non solo con i produttori energetici classici, gli incumbents, ma anche con i nuovi produttori di energie rinnovabili, sia di grandi che di piccole dimensioni, ovvero i prosumer”.

Ci riassume quanto fatto finora dalla Regione in tema di implementazione e redistribuzione dell’energia rinnovabile? “La Regione, sta cercando di mettere a sistema tutto ciò che riguarda la green economy, e quindi sta lavorando su diversi aspetti per ridurre i consumi energetici. Sul fronte dell’energia, ha sottoscritto un accordo di programma con l’Enea, proprio al fine di redigere il nuovo piano energetico. Ha lavorato sul tema dei green pubblic procurament ( GPP), gli acquisti verdi, per la pubblica amministrazione, ed infine ha messo a bando a settembre dello scorso anno 25 mln per la riqualificazione degli edifici pubblici e 50 mln per un fondo di promozione dell’efficienza energetica e della produzione di energia rinnovabile. È evidente che tutto ciò non è sufficiente per accelerare la transizione energetica, per questo ho chiesto, durante il dibattito sulla legge di stabilità, che nel collegato venissero aumentati i fondi destinati alle energie sostenibili: energie rinnovabili, mobilità nuova e sostenibile, riqualificazione energetica. Anche perché abbiamo la necessità di riqualificare il prima possibile tutte le persone espulse dal mercato del lavoro, con particolare riferimento al settore edile. Sarebbe un errore gravissimo dare l’illusione che possiamo risolvere questo dramma occupazionale e generazionale facendo costruire ancora nuovi edifici. Quel mondo lì è finito e l’unica strada è puntare su qualità, riqualificazione e sostenibilità”. 

Energia rinnovabili e fondi Europei. La Ue che opportunità fornisce alle Regioni? In particolare per il Lazio quali le possibilità di finanziamento? “L’Europa  ha messo da sempre al centro della propria politica l’energia. Negli ultimi anni è stata la più strenua, e a ragione, sostenitrice di un’economia a bassa impronta di carbonio, anche se con alcune contraddizioni. È evidente perciò che nella prossima programmazione europea, il tema della sostenibilità sarà uno dei punti cardine. Non a caso nel marzo 2010 la Commissione Europea ha presentato la “Strategia Europa 2020-Per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. Come Regione dovremo saper cogliere questa grande opportunità, che in soldi si traduce in 2,7 miliardi, comprensivi di cofinanziamento nazionale e regionale, per attivare filiere produttive nuove, ma anche modelli diversi di governance, dando un ruolo da protagonisti anche ai cittadini. Io credo che la giunta di Zingaretti, abbia iniziato con il piede giusto questo percorso, concentrandosi principalmente su obiettivi concreti e realizzabili, in maniera da evitare che questi soldi tornino in Europa perché tanto più con questa congiuntura economica, sarebbe un vero e proprio delitto. Ma una volta acquisito questo primo punto dobbiamo lavorare affinchè questi fondi siano una leva per raggiungere gli altri finanziamenti europei, che non vengono affidati alle Regioni, ma che necessitano politiche ampie e di lungo respiro. E questo è l’obiettivo che porterò con forza nel prossimo dibattito consiliare sulle “linee di indirizzo per un uso efficiente delle risorse finanziarie destinate allo sviluppo 2014-2020”.

Marco Montini