Sanità al collasso, l’ultimatum dei sindacati alla Regione: incontro o sarà mobilitazione

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Sanità al collasso, l’ultimatum dei sindacati alla Regione: incontro o sarà mobilitazione

aresDestano fortissime preoccupazioni le notizie apparse sui giornali di questi giorni e in cui spesso trapela più o meno direttamente che le responsabilità per la situazione che vive la sanità del Lazio e in particolare il sistema dell’emergenza e dei pronto soccorso siano da ricercare nel personale. Non vorremmo che questo servisse a nascondere le responsabilità dei manager e della politica che sono i principali  responsabili dello stato in cui si trova la sanità nella nostra regione. Ripetiamo da anni ormai quasi come un disco rotto che per superare la grave situazione dei pronto soccorso e del sovraffollamento non servono annunci ma piuttosto azioni strutturali. In particolare per il sistema dell’emergenza non servono provvedimenti tampone come quelli che anche in questi giorni abbiamo sentito ma iniziative che abbiano effetti duraturi sulla qualità e appropriatezza delle cure. Ci sembra superfluo ricordare per chi come CGIL CISL UIL ha fatto del ripristino della legalità uno dei tratti caratterizzanti per il risanamento della Sanità regionale che se si dovessero riscontrare delle illegalità queste vanno rimosse anche  se riguardanti il personale evitando così di mettere a rischio l’operato di tutti gli altri operatori che onestamente e con dedizione svolgono il proprio lavoro.

Vista la drammatica situazione non riusciamo davvero a comprendere il motivo per cui la Regione in queste ultime settimane ha rifiutato qualsiasi tipo di confronto con le organizzazioni sindacali  utile a ricercare le soluzioni per uscire dall’emergenza. Eppure la denunce fatte dal sindacato avevano dato alla Regione la forza necessaria per intervenire tempestivamente su uno degli “scandali” del nostro sistema sanitaria come quello del blocco della ambulanze nei pronto soccorso. Il confronto con i sindacati non è più rinviabile. Dopo l’assordante silenzio al documento condiviso con i lavoratori  contenente le nostre priorità per salvare il SSR  ancora una volta responsabilmente abbiamo inviato alla Regione un documento con le nostre proposte per  affrontare l’emergenza pronto soccorso. Nelle prossime ore invieremo una lettera anche al MEF perché l’ottusità nel negare assunzioni di personale e interventi di ampliamento dei servizi, contemporanei alle dismissioni dei letti ospedalieri, non può che nascondere un attacco al sistema sanitario pubblico con una contrazione grave dei diritti dei cittadini della regione. Non lasceremo infatti che il capro espiatorio scelto dal tavolo governativo siano i lavoratori della sanità che vivono  di condizioni di lavoro ormai insostenibili. Dalle prossime ore si intensificherà la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori per non vedere calpestati i propri diritti e  quelli dei cittadini e  non vedere spegnere la sanità pubblica nella nostra Regione.