An, Storace: “Un passo in avanti. A destra”

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An, Storace: “Un passo in avanti. A destra”

francesco storace2“Un passo in avanti. A destra. Così possiamo sintetizzare la giornata di ieri con la presentazione ai giornalisti della manifestazione di sabato 9 novembre, quando lanceremo al nostro popolo il Movimento per Alleanza nazionale. Allo stesso tavolo ci siamo seduti in rappresentanza di partiti, associazione, soggetti politici diversi per dire che a destra dieci piccole sigle sono troppe, ce ne vuole una grande in grado di accogliere tutti. Eravamo insieme, noi de La Destra, con persone con cui abbiamo condiviso esperienze nel Msi e/o in An, poi ci siamo divisi, scontrati anche duramente e oggi torniamo a riparlarci perché è l’Italia a soffrire maledettamente la marginalità di una intera area politica. C’era Roberto Menia di Futuro e Libertà, Luca Romagnoli della Fiamma tricolore, Adriana Poli Bortone che non è solo a capo del suo movimento Io Sud, ma che nella nostra storia rappresenta la prima donna di destra al governo dell’Italia, quello del ’94 che fu poi spodestato dal ribaltone. E con noi, assieme a Roberto Buonasorte, Mimmo Nania e Oreste Tofani, mentre Antonio Buonfiglio si dedicava agli atti notarili nel suo studio legale.Manca all’Italia una destra capace di declamare la sovranità della Nazione, anche nel rapporto con l’Euro. Il manifesto degli intellettuali che circola nei nostri ambienti da mesi ne e’ eloquente testimonianza e insieme proposta politica e culturale di riferimento. Sarebbe bello creare un partito che dicesse con chiarezza che non e’ la moneta a dover disciplinare le politiche degli Stati, ma sono gli Stati a dover decidere le politiche monetarie. Servirebbe eccome un partito per contrastare con leggi non aggirabili l’immigrazione clandestina, senza rinunciare al dovere di tutelare la dignità della persona. Dobbiamo offrire un partito che metta al centro della propria azione la lotta al relativismo culturale che impera al tempo nostro. Sarà Alleanza nazionale? E’ la nostra speranza, anche perché quel nome e’ evocativo positivamente per milioni di persone. Non lo sarà? Ma e’ comunque da quella storia, da quel simbolo – per intero – che bisogna ripartire verso il nuovo. Non è vecchio chi ha smesso di esistere appena meno di cinque anni fa per l’imperizia di una classe dirigente e non certo per scandali o chissà che altro.Sono mesi che lavoriamo con fatica all’obiettivo dell’unita’. Certo, anche tra le polemiche con chi mostra di non capire che tutti e non solo alcuni dobbiamo essere disponibili a non accampare pretese di prima fila. Ma nessuno si può permettere di dire no, tu no. Sarebbe folle. Unita’, dunque, per un popolo che chiede a tutti di ritrovarsi in un progetto comune. Il 9 novembre declineremo anche una proposta politica sull’Europa e, se occorre e in assenza di segnali positivi, di carattere organizzativo. Ma la speranza e’ quella di marciare uniti con tutti quelli che tra il Msi e An hanno lottato insieme. Nello Musumeci sta lavorando – su mio mandato – anche a smussare le incomprensioni che ancora si registrano. Speriamo che ci riesca. La stagione del rancore deve cessare per tutti.

P.s. Ieri Fini mi ha dato atto di lealtà in un’intervista al Corriere e mi ha fatto piacere. Non intende più ricandidarsi e farà politica con una fondazione. Anche lui sa quanti errori ha commesso. Nessuno di noi commetta quello ancora più grande: pensare di essere autosufficienti dal resto del mondo. Solo uniti, saremo una grande forza politica”. Così il leader de LA DESTRA su IL GIORNALE D’ITALIA e sul sito del partito