«Ora, dopo tanto andare nel mondo, dopo tanti riconoscimenti internazionali, la Città di Marino mi conferisce la Cittadinanza Onoraria che, oltre all’orgoglio, mi riveste di una nuova qualità: quella simbolica di ambasciatore della cultura della città. Grazie con tutto il cuore». Così ha scritto ieri, 4 ottobre, il Maestro Vittorio Storaro sul libro delle personalità che Palazzo Colonna mette a disposizione degli ospiti illustri che si trovano a visitare Marino. Un commento che giunge al termine di una cerimonia, sentita e partecipata, nella quale il vice sindaco Fabrizio De Santis e il presidente del Consiglio Comunale Stefano Cecchi, a nome della comunità tutta, gli hanno conferito Cittadinanza Onoraria e consegnate le Chiavi della Città. Quale segno di riconoscimento per uno dei massimi protagonisti e interpreti del panorama della fotografia cinematografica mondiale che, residente a Marino da oltre trent’anni, è stato capace di esprimersi con il linguaggio dell’arte a livelli altissimi tanto da aggiudicarsi ben tre Premi Oscar. «Un riconoscimento doveroso, oltre che profondamente sentito e voluto
dalla nostra comunità – ha detto De Santis – della quale sono convinto di interpretarne sentimenti e volontà, la cui proposta, presentata dal consigliere Marco Rapo, è stata votata all’unanimità dal Consiglio comunale. In omaggio ad un professionista conosciuto e apprezzato a livello internazionale che, capace di «Scrivere il cinema con la luce», è stato definito il riassunto vivente della più elevata cinematografia mondiale. Non un mero riconoscimento per un legame pregresso con la nostra Città – ha aggiunto – ma un’azione che nasce dal lavoro, dalla carriera e dalle opere di un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella nostra comunità rappresentandone, nel mondo intero, l’intuizione e il guardare verso la crescita e il domani positivo. Un omaggio concreto per uno dei massimi artefici del prestigio della nostra città che, con la sua presenza sul territorio, ha contribuito a scriverne la storia».
«Ogni volta che, nelle locandine cinematografiche, nelle cerimonie affascinanti e lontane da noi come le consegne degli Oscar a Hollywood, abbiamo letto il nome di Vittorio Storaro, abbiamo sentito il profumo di casa nostra – ha affermato l’assessore alla Cultura Arianna Esposito -. La Sagra dell’Uva e, in essa, la cittadinanza onoraria al Maestro della Luce, speranza che sconfigge la tenebra, parafrasi dell’esistenza, vuole avere più che mai il senso profondo della bellezza dell’unione di tanti mondi in uno solo: il nostro piccolo mondo antico, la nostra Marino che, grazie alle sue tradizioni così particolari e alla sua gente, è diventata terra d’elezione, riposo e sogni per personaggi, artisti, attori, maestri di scena che sono stati, a loro volta, autori e complici dei sogni di ciascuno di noi. In una città che, mai come in questi giorni, vuole dimostrarsi autenticamente unita».
Poi l’intervento del Presidente del Consiglio Cecchi che, soffermandosi sui temi dell’unità che hanno determinato la delibera di attribuzione della Cittadinanza Onoraria a Storaro l’ha definita un messaggio per il futuro «per ciò che siamo e vogliamo continuare ad essere. Un messaggio di forza e determinazione, quello trasmesso da Storaro – ha sottolineato – che, viatico per la realizzazione del futuro, è dedicato soprattutto ai giovani, ai quali la società deve offrire indirizzi oltre che codici comportamentali e morali sui quali costruire il domani. Nella responsabilità che l’Amministrazione ha di trasmettere educazione e formazione».
Quindi l’intervento del consigliere Rapo che ha sottolineato l’importanza strategica a livello culturale oltre che il prestigio, di poter annoverare Storaro tra i cittadini illustri della città. «Porteremo il mondo a Marino» – ha affermato facendosi interprete del desiderio dello stesso Storaro di allestire una mostra permanente del suo lavoro in ambito cinematografico presso il Museo del Cinema di Marino, la sua città. Una volontà, quella di Storaro, della quale Rapo si è fatto portavoce presso l’Amministrazione e che verrà presto realizzata. «Nella mia vita ho avuto tante persone che mi hanno voluto bene e che, credendo in me, mi hanno dato modo di esprimere capacità e aspirazioni» ha detto ancora Storaro riferendosi alla sua famiglia e ai tanti grandi registi che lo hanno accompagnato nelle crescita educandolo alle lettere e alla filosofia. E, finalmente, oggi, ho un luogo dove i miei tanti amici che ho sparsi nel mondo potranno venire per vedere il mio lavoro di una vita».
Poi, dopo un minuto di silenzio nel quale gli intervenuti alla cerimonia hanno reso omaggio alle vittime della tragedia dell’immigrazione di Lampedusa, la proposta di Storaro a Marino e all’Italia. «Fino ad oggi non capivo bene il significato di cittadino nella mia vita di emigrante, privilegiato, nel mondo, per conquistare il futuro. Ricordo il mio viaggiare tra una meta e l’altra, con la certezza però di avere a casa la mia famiglia ad aspettarmi. Il mio pensiero và alle tante vittime e ai tanti giovani superstiti del naufragio di Lampedusa che, spesso senza famiglia, ogni giorno, rischiano la vita nel tentativo di inventarselo un futuro. Chiedo, quindi, al Comune di Marino, nella sua propensione al dialogo, all’accoglienza, alla determinazione e alla comunicazione, di farsi promotore di un’idea presso tutti i Comuni d’Italia. Se ognuno di loro conferisse la cittadinanza onoraria ad uno solo di quei superstiti, li avremmo salvati garantendogli quel futuro che, a prezzi altissimi in termini economici e di sofferenza, sono venuti a cercare in Italia».