Suicidio a Roma, Gaylib: “Roberto poteva essere il figlio di tutti”

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Suicidio a Roma, Gaylib: “Roberto poteva essere il figlio di tutti”

“L’ennesima tragedia dello scherno e della discriminazione omofoba che accade nel silenzio di una tranquilla mattina d’agosto a Roma deve sconvolgere e allertare tutta la società. Servono risposte dalla politica ma anche una comprensione nei gruppi di socializzazione immediatamente successivi alla famiglia, tipo la scuola, che dovrebbe educare con meno timore all’inclusione delle diversità come una autentica risorsa e non come un problema”. Con queste parole il presidente di GayLib, Sandro Mangano interviene sul suicidio del 14enne romano, toltosi la vita perché gay incompreso ed emarginato.

“ Tutto ciò certifica ancora una volta come l’omofobia non sia un puntiglio – continua il presidente dei gay di centrodestra –   ma una autentica emergenza culturale prima che sociale su cui l’Italia deve mettersi al passo per cercare almeno di fare il possibile per evitare altre tragedie. Oggi siamo ancora una volta tutti, specie la politica, pesantemente in debito”.

 “E’ una storia incredibile” aggiunge Giacomo Grossi, già responsabile Giovani di GayLib.

“Pensare a una vita spezzata a 14 anni provoca rabbia, dolore e un sentimento di impotenza in un Paese che si ostina a non capire e preferisce restare chiuso a riccio nella sua omofobia preconcetta”

“Io ho un fratello di quattordici anni, la stessa età di Roberto” conclude Grossi. “A tutti quelli che in questi giorni, settimane e mesi hanno detto con sufficienza che l’omofobia non è un’emergenza e i diritti civili, che sono poi in casi come questo prima ancora diritti umani, non sarebbero una priorità rivolgo un pensiero duro ma necessario: pensate che il piccolo Roberto poteva essere vostro figlio o vostro nipote. E dite a voi stessi se si tratti o meno di una vera emergenza nazionale”.fiori