Fin dalla sua scoperta e prima edizione scientifica nel 1995, il Ninfeo di Q. Mutius è stato riconosciuto come una delle più importanti testimonianze dell’architettura romana del tardo ellenismo. La fontana monumentale è quasi perfettamente conservata: è composta da un piccolo ambiente, aperto verso valle, con le pareti articolate da nicchie. Splendidamente conservata la decorazione parietale: le nicchie sono trasformate in selvaggi antri naturali da uno spesso intonaco arricchito da pietre pomici, mentre attorno al loro profilo corrono fantastiche architetture disegnate da conchiglie e perline di “blu egiziano”.
L’eccezionalità del monumento è data dalla presenza, conservata in una tabella posta in una tabella posta al centro del prospetto principale, della firma dell’architetto responsabile, fra tardo II e inizi I secolo a.C., della sua progettazione: Q. Mutius.
Si tratta probabilmente di uno dei massimi architetti dell’epoca, probabilmente greco di nascita e appartenente a quella generazione di artisti che, venuto a Roma dalle avanzatissime regioni dell’oriente mediterraneo da poco conquistate, contribuì in maniera decisiva al formarsi del nuovo linguaggio figurativo e architettonico del tardo ellenismo.
La Provincia di Roma e il Comune di Segni hanno da poco perfezionato, grazie ad un finanziamento proveniente dal Piano Restauri 2001 – 2003, l’acquisto del monumento. Un’operazione assolutamente eccezionale, di rilevanza nazionale, che assicura alla proprietà pubblica un monumento di valore altissimo.
Il ninfeo, all’interno di un’area di circa 3.800 mq posta attorno ad esso, verrà per prima cosa sottoposto a scavo archeologico, in modo da rendere finalmente visibile nella sua interezza lo straordinario monumento; contestualmente si avvierà la necessaria fase di restauro. Il monumento verrà poi racchiuso e protetto all’interno di una struttura di avanzatissima progettazione architettonica. L’ipotesi progettuale proposta è pensata come un volume dalle forme primarie ed equilibrate, che segnalano la presenza del monumento sul fianco della collina senza alternarne le caratteristiche paesaggistiche.
All’interno di questa “teca” il Ninfeo, strutturalmente protetto e mantenuto a costanti parametri di umidità e temperatura, sarà reso visitabile. L’area circostante, attrezzata con spazi dedicati alla didattica, sarà collegata tramite uno stradello al percorso delle mura verso Porta Saracena, inserendosi nel più vasto itinerario archeologico della città di Segni.
Questa operazione, che restituisce alla proprietà pubblica uno dei più importanti monumenti del Lazio repubblicano, costituisce certamente un intervento di grande rilievo, capace di portare un proprio contributo alla discussione in atto a livello nazionale sull’approccio al problema dei Beni Culturali nel Paese.
Il 20 aprile, a partire dalle 17.00 è stata organizzata a Segni una giornata dedicata a questo evento: verrà messo in risalto non solo il valore dell’operazione di acquisto, ma anche il successivo progetto di scavo, restauro e valorizzazione del Ninfeo, cui seguirà una visita al monumento.
Una festa per la città di Segni e per tutti coloro che hanno a cuore le sorti della nostra Cultura.
Segni, sabato 20 aprile
Il Ninfeo di Q. Mutius
– ore 17.00, Sala Pio XI della Cattedrale di Santa Maria Assunta
L’acquisto, lo scavo, il restauro e la valorizzazione
Interventi
S. Corsi (Sindaco di Segni)
V. Spigone (Assessore alla Cultura del Comune di Segni)
E. Calandra (Soprintendente per i Beni Archeologici del Lazio)
L. Campofelice (Provincia di Roma)
F.M. Cifarelli (Direttore Museo Archeologico Comunale di Segni)
F. Zevi (“La Sapienza” Università di Roma)
C. Smith (Direttore, The British School at Rome)
M. Bedini – F. Balzani (Progettisti)
– ore 18.30, Area archeologica del Ninfeo
Visita al monumento