Il primo anno de Le Città
di Daniele Priori
Un anno, cinquantadue settimane, dodici mesi. Eccoci qua. Esattamente un anno dopo a salutarvi con un anno di più sulle spalle, nel giorno, anzi, nell’edizione del nostro compleanno.
Tante pagine scritte. Che, per volere forse divino, trascorsa indenne la profezia dei Maya di fine 2012, improvvisamente l’11 febbraio scorso ha di fatto iniziato a dar ragione alla interpretazione, dicono autentica, delle predizioni del popolo precolombiano: la fine di un’epoca è arrivata.
Il Papa, il successore di Pietro, il rappresentante di Gesù Cristo sulla Terra, si è dimesso, lasciando sgomento il mondo. Nelle ore in cui stiamo preparando questa edizione gli eminentissimi cardinali sono riuniti in Conclave, nella Cappella Sistina. Sono 115 da tutto il mondo. Uno di loro sarà il prossimo pontefice romano.
Roma resta al centro del mondo. Tenendo quindi fede al nostro modo di essere e di titolare, facendo il verso ancora una volta al grande cinema, avevamo così pensato di aprire la nostra copertina facendo il verso al grande cinema dello scorso secolo, al neorealismo di “Mamma Roma” che tramite la bellissima icona di Anna Magnani rappresentava l’essenza della romanità vissuta tra le vicende di una donna, di una borgata, di tanti giovani capitolini.
Poi qualcosa è cambiato. Come tante cose sono cambiate nel corso di questi dodici mesi.
Un anno fa, infatti, avevamo aperto con l’omaggio a Lucio Dalla, allora recentemente scomparso, tramite una parola “Futura” che era anche il titolo di una sua canzone ma, per noi, voleva rappresentare un manifesto di impegno: raccontare il mondo e iniziare la nostra avventura partendo da una prospettiva declinata al femminile. In quel numero come in questo c’era un doveroso omaggio a una cronista ante litteram di fatti e storie romane: Margaret Fuller che abbiamo voluto usare come nostro piccolo talismano portafortuna. Essì che di fortuna ce ne vuole e ce ne vorrà nel clima di continui e talora imprevedibili sconvolgimenti vissuto quest’anno.
Se, infatti, si è arrivati all’estate sull’onda dello spread troppo alto e di un preoccupante declino finanziario non interrotto neppure dai Giochi Olimpici tenutisi a Londra e da noi raccontati con più di uno speciale, il vero ciclone nella nostra regione si è abbattuto nel mese di settembre col coperchio esploso sugli scandalosi fatti del Consiglio regionale del Lazio: l’arresto dei due consiglieri beccati col sorcio in bocca: Fiorito del Pdl e Maruccio dell’Italia dei Valori. Praticamente due emuli, ben più autoremuneratisi, del vecchio Mario Chiesa, il famoso mariuolo socialista da cui, giusto venti anni e sei mesi prima dell’estate 2012, aveva preso il via la Tangentopoli scoperta dai giudici Di Pietro, Borrelli, D’Avigo e Colombo a Milano. Chiesa fu beccato con sette milioni di lire in mano, praticamente tremilacinquecento euro circa. Questi ex consiglieri regionali, invece, dal conto dei loro gruppi consiliari hanno distratto cifre tra i settecentomila euro e il milione e mezzo. Praticamente fino a quasi tre miliardi delle vecchie lire. In ogni caso soldi pubblici. Fate voi le dovute proporzioni in quale tipo di cambiamento ci siamo trovati, considerando anche gli effetti che Tangentopoli, partita da quel pugno di lire, ebbe sull’Italia intera, famiglie, aziende e soprattutto politica.
Allora iniziò la Seconda Repubblica con Silvio Berlusconi e il suo partito azienda fondato in tre mesi. Era il 1994.
Proporzioni che deve aver ben realizzato l’ex presidente della Regione Lazio, Renata Polverini la quale dopo una settimana di travaglio, totalmente esposta mediaticamente, ha preso la decisione più seria e sensata: sciogliere, con le sue dimissioni, quel Consiglio Regionale divenuto in effetti indegno.
Una scelta, quella della Polverini nel Lazio, che ha innescato lo showdown verso l’attuale controversa situazione politico-istituzionale.
Nel mese di ottobre, infatti, Grillo e il suo Movimento Cinque Stelle, presa Parma nella primavera precedente, ha cominciato l’affermazione più serie: in Sicilia alle Regionali con oltre il 18% dove si è reso gamba indispensabile al governo del presidente democratico vincitore nei numeri ma non nei seggi. Praticamente solo l’ouvertoure alla situazione emersa dalle elezioni politiche dello scorso febbraio, anticipate in inverno dalla coincidenza con le Regionali di Lazio, Lombardia e Molise e, di più, dalla sfiducia data in extremis dal partito di Berlusconi al Governo di Mario Monti. Come se un anno di dura cura fiscale, la legge del rigore, non fosse stata votata e sottoscritta in toto anche dalla gran parte dei deputati e dei senatori berlusconiani. Ma tant’è: sic transit gloria mundi.
E così, con la successiva e deludente candidatura alle Politiche, anche il senatore a vita Mario Monti che, noi per primi, come molti altri notasti, avevamo previsto al Quirinale (cambio della guardia che sarà ormai fra poco più di un mese), ha visto bruciate le sue aspirazioni al Colle in favore, su tutti, di Romano Prodi che, forse per scaramanzia, martedì sera, nel primo giorno di Conclave, si trovava a piazza San Pietro ad aspettare la fumata.
Così noi festeggiamo questo primo anno: tra fumate vaticane, ingovernabilità nazionale, insediamento della nuova giunta regionale guidata da Nicola Zingaretti, uomo di centrosinistra, e un ingorgo istituzionale da sbrogliare nei prossimi trenta giorni.
Così continuiamo, nonostante tutto, a sperare in un futuro che, pure, non sembra affatto facile per il nostro Paese.
Chiediamo a Voi, Amici Lettori, ai preziosissimi inserzionisti e a chiunque capisca quanta passione c’è in queste righe, di aiutarci a continuare a raccontare il futuro. Lo stesso auspicio che avevamo espresso lo scorso anno, nel nostro sfavillante numero zero, lo esprimiamo ora, in giorni che ci vedono andare addirittura oltre la cronaca e ci mettono direttamente a confronto con la Storia di fronte alla quale ci si sente talmente piccoli da riflettere sul senso di molte cose: in primis sull’esistenza stessa.
Per questo, ringraziando l’associazione editrice de Le Città per la fiducia che continua a concederci, speriamo di essere degni di sostenere la forza evocativa del racconto del presente e del futuro prossimo che sarà ogni giorno di più nelle mani di ciascuno di noi e voi, cari lettori.
Da parte nostra, come avevamo promesso esattamente un anno fa, faremo il nostro meglio. Contando davvero molto anche su di voi. Sul vostro consenso, sul vostro consiglio, sul vostro sostegno. Per aggiungere a questo tanti altri anni, tante altre pagine, tanti altri lettori.