Pornografia minorile, poliziotto sospeso rischia 10 anni di reclusione

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Pornografia minorile, poliziotto sospeso rischia 10 anni di reclusione

Fabio Di Veroli, un ex poliziotto di 39 anni sospeso dal servizio dopo il suo arresto nel 2019, si trova ora di fronte a una potenziale condanna di dieci anni di reclusione per il suo coinvolgimento in un caso di pornografia minorile. L’accusa a suo carico si basa sul fatto che avrebbe persuaso una ragazza di 15 anni, a partecipare a incontri in locali per scambisti, dove avrebbe intrattenuto rapporti intimi con estranei.

Il processo, che ha attirato l’attenzione pubblica per la sua complessità e per i dettagli sconcertanti, vede ancora la ragazza, ora 22enne, mantenere un legame emotivo con Di Veroli, nonostante l’accusa e il processo in corso. Lei ha dichiarato di convivere con l’imputato da dicembre e di essere innamorata di lui, ritirando poi la sua costituzione di parte civile.

Una storia controversa molto controversa. La complessità della vicenda è ulteriormente evidenziata dalle accuse rivolte al padre della ragazza, il quale è stato accusato dalla figlia di molestie sessuali durante il processo. Questo episodio è stato interpretato dal pubblico ministero come un tentativo di dimostrare a Di Veroli che lei non lo ha mai abbandonato. Tuttavia, le accuse contro il padre sono state archiviate, con l’avvocato Francesco Trabocchini che ha suggerito che la giovane potrebbe essere vittima di una forma di sindrome di Stoccolma.

Laura e Di Veroli si sono conosciuti nel settembre del 2016 attraverso il sito di incontri Badoo. Dopo un periodo di messaggi sui social media, il poliziotto anziché interrompere il rapporto, ha incoraggiato Laura a uscire con lui. Le ha persino fatto frequentare locali per scambisti, dove la ragazza è diventata oggetto di desiderio per gli altri partecipanti.

Secondo l’accusa, Di Veroli avrebbe permesso alla ragazza di avere rapporti con estranei durante questi incontri, talvolta filmandoli o fotografandoli e distribuendo poi il materiale. Anche se i proprietari dei locali avevano dei dubbi sull’età, si fidavano delle parole dell’imputato, il quale assicurava loro che la ragazza era maggiorenne. La situazione è venuta alla luce quando il padre ha scoperto cosa stava accadendo e ha denunciato Di Veroli alle autorità, portando al suo arresto nel 2019. La sentenza è prevista per l’11 giugno.