“I grillini burattini mossi da un Mangiafuoco che ha ben altri interessi”

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“I grillini burattini mossi da un Mangiafuoco che ha ben altri interessi”

adriano palozzi2Il consigliere regionale Pd, Adriano Palozzi, lauspica grandi cambiamenti: anzitutto la legge elettorale: “Nel Lazio la situazione è più chiara. Zingaretti ha i numeri per governare e noi faremo lealmente opposizione. Il nostro partito è in una fase di riorganizzazione che è cominciata col ricambio generazionale. Ma al più presto servirà un congresso nazionale”

di Daniele Priori

Dovrebbe essere, quella attuale, una fase di passaggio, di meritato riposo del guerriero. Invece, il neo eletto consigliere regionale del Pdl, Adriano Palozzi, non spegne i motori che, anzi, restano caldi e fumanti in vista dell’ingresso alla Pisana e per l’impegno ancora in corso di sindaco di Marino. E nel cuore la riorganizzazione del centrodestra e del Pdl in particolare. E con lo sguardo alla situazione politica nazionale che rischia di ricondurre gli italiani al voto nel giro di pochi mesi.
“Gli ultimi risultati elettorali ci invitano a fare più di una riflessione sia a livello locale che nazionale – commenta Palozzi -. Come ho già avuto modo di dichiarare dopo i risultati regionali, il Pdl è pronto, numeri alla mano, alla riorganizzazione del partito che si rende oggi quanto mai necessaria. Sappiamo con certezza di essere nelle mani di un leader forte e carismatico: Berlusconi ha dimostrato di essere ancora una forza realmente trainante del partito. Quello che continua a mancare e che tutti insieme dobbiamo creare è una classe dirigente, quella serie necessaria di personalità rappresentative del partito, del programma, dei suoi elettori in grado di dialogare sia all’interno sia con gli avversari”.

Quello che praticamente è stato tentato di fare prima dell’inizio della campagna elettorale mandando in avanscoperta Angelino Alfano…
“Alfano è una persona molto valida, ma il continuo evolversi degli eventi che hanno preceduto il voto richiedeva un intervento tempestivo e anche autorevole per riuscire a dare ai nostri elettori segnali di vita forti e chiari di esistenza e resistenza del Pdl”.

Dopo l’intervento ‘salvavita’ di Berlusconi, c’è adesso calma e tempo per guardarsi dentro, allora?
“A livello locale regionale sì, ci sono adesso le condizioni. A livello nazionale non credo ancora. La situazione è difficile: le percentuali rimandano alla ingovernabilità e io credo difficile che prevalgano buonsenso e responsabilità per un governissimo”.

Colpa di chi, a suo parere?
“Non è una questione di colpe. Si devono fare i conti con i numeri che non hanno decretato vincitori, ma che hanno definitivamente proclamato il malumore generalizzato del Paese. Il 25% del Movimento 5 Stelle la dice lunga in questo senso”.

È questa la vera sorpresa della tornata elettorale appena conclusasi?
“Un’amara sorpresa, si. Il voto di protesta, il segnale di malessere è venuto fuori nel modo peggiore, affidando cioè a un movimento che non è un partito e a un comico che non è un politico il destino del Paese. È una fase di declino preoccupante, ma che, tuttavia, ritengo assolutamente passeggera. Il fenomeno Grillo si sta rivelando da solo proprio in questi giorni, in queste ore. Hanno preso la sbornia di un ottimo risultato, ma adesso non sanno gestirlo. È questo che fa la differenza tra un movimento nato dal nulla e la politica, di cui un paese non può assolutamente privarsi”.

Milioni di italiani si sono evidentemente identificati nella protesta che Grillo ha portato avanti nelle piazze in questi ultimi anni…
“Certo, ma portare la ‘casalinga di Voghera’ alla Camera o ‘Mimì metallurgico’ al Senato, con tutto il massimo rispetto per casalinghe e operai, è peggio di andare diritti contro un muro. Personalmente, trovo perlomeno penoso assistere ai grillini che vanno in gita una domenica a Roma per vedere dove si trova il Parlamento, per visitare, molti per la prima volta, la sede delle massime istituzioni del Paese. Tutto questo è surreale”.

Ma è la società civile che scende in campo, no?
“Non credo proprio. I grillini eletti in Parlamento sono i burattini di un Mangiafuoco che, dietro il tendone, ha di che nascondere: Grillo e Casaleggio sono una coppia unita da interessi che scavalcano il bene comune. Mi ricordano, in qualche modo Di Pietro, che, anni e anni fa, esordì in politica come movimento disinteressato e poi è finito come è finito”.

Torniamo nel Lazio. I dati elettorali ridisegnano nuovi scenari…
“Finalmente si, c’è più chiarezza soprattutto a livello di interlocutori. Alla Regione Lazio il risultato elettorale è stato chiaro e, credo, anche solido. Zingaretti potrà governare e noi faremo un’opposizione costruttiva. Per quanto riguarda il Pdl, invece, la parola d’ordine adesso è ‘riorganizzazione’. L’affermazione di persone giovani, come me, Luca Gramazio, Pino Cangemi o Di Paolo porta una ventata di novità che è assolutamente da sfruttare. Il cambio generazionale, infatti, è in atto e il partito ha assolutamente bisogno di ridisegnare i perimetri. Auspico, al più presto, un congresso nazionale al fine di definire i quadri dirigenziali e i punti di riferimento. A maggior ragione, in vista di eventuali e imminenti consultazioni politiche che, tuttavia, mi auguro avvengano dopo la riforma della legge elettorale. Questa è veramente iniqua e per niente rappresentativa del voto popolare. Va cambiata subito con il reinserimento delle preferenze, con lo sbarramento almeno al 40 percento dei consensi per ottenere il premio di maggioranza”.