La vita di Kazim Gurbuz, maestro di yoga di 97 anni nato nel villaggio di Sahinaga, in Turchia, è lo spunto da cui inizia il racconto del quarto capitolo di “BG4SDGs – Time To Change”, il progetto fotografico di Stefano Guindani con Banca Generali per indagare lo stato di realizzazione dei 17 obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Al centro dell’obiettivo del fotografo, riferisce una nota, finisce quindi l’obiettivo numero 3, dedicato ad assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età. In un mondo sconvolto dalla pandemia, parlare di vita sana e longeva riveste un’importanza che forse neppure l’Onu si immaginava quando, nel 2015, furono definiti i 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Eppure, secondo le ultime rilevazioni delle Nazioni Unite, al giorno d’oggi ci sono ancora 400 milioni di persone prive di accesso ai servizi di assistenza sanitaria e prevenzione delle malattie. Si tratta di un numero già di per sé elevato che la pandemia da Covid-19 sta facendo crescere in maniera molto rapida. E mentre una soluzione definitiva a questa disuguaglianza sanitaria non può che essere risolta a livello istituzionale, prosegue la nota, un “primo passo può essere compiuto da ciascuno nel proprio intimo, esattamente come fa Kazim Gurbuz ogni giorno: al fine di mantenere in perfetta forma il proprio fisico e arrivare al traguardo dei 130 anni di vita, lo yogi Kazim ha elaborato una disciplina di mosse e posizioni che ha ribattezzato Yoki, alla cui base c’è la ricerca di nuove fonti di energia psicofisica per mantenere, riparare e ringiovanire il fisico eliminando tutte le impurità non necessarie”.
“Oggi, come mai prima d’ora, è fondamentale scegliere uno stile di vita e un’alimentazione che ci permettano di perseguire un benessere fisico e psichico riuscendo allo stesso tempo a preservare le risorse del nostro pianeta: la scelta di Kazim appare quindi vincente, d’altronde è già capitato di vedere grandi asceti che vivono con assoluta semplicità”, ha commentato Stefano Guindani, autore del progetto. “Dobbiamo renderci conto che spesso la qualità della vita passa dal cibo che ingeriamo, e dallo stile di vita che scegliamo di condurre: come dice Kazim, poco è bene, tanto è troppo”, ha aggiunto. Presentato lo scorso 15 settembre 2021 a Milano, il progetto proseguirà ora per altri 13 mesi al fine di approfondire tutti i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030. Per ciascuno di essi, la chiave adottata dal fotografo sarà duplice: da un lato si punta ad evidenziare l’azione negativa dell’uomo sull’ambiente e sulla comunità, dall’altro come lo stesso genere umano abbia invece una straordinaria capacità di recupero attraverso soluzioni innovative e sostenibili. Nella sua ricerca, Guindani spazierà oltre i confini italiani ricercando casi critici e situazioni di eccellenza anche all’estero: Brasile, Norvegia e Australia, ma anche Stati Uniti, Turchia e Sudafrica. Ad affiancarlo c’è un accompagnatore d’eccezione come Alberto Salza, antropologo tra i più apprezzati a livello internazionale, che curerà i testi del progetto e suggerirà alcuni dei progetti da monitorare.