Stamattina, alle ore 12,30, presso la sede del Comune di Albano Laziale, si terrà una nuova conferenza dei Sindaci di bacino sul tema Inceneritore dei castelli Romani.
Diversi, come noto, i punti all’ordine del giorno già ampiamente discussi, nelle scorse settimane, sia da parte del Comitato No Inc sia da parte di noti esponenti politici locali, tra cui il Consigliere Comunale della FDS Salvatore Tedone e Simone Carabella del PD di Albano.
Tra i punti più importanti il ricorso alla CEDU contro l’Inceneritore dei Castelli Romani.
Nonostante le incomprensibili e ripetute resistenze da parte del Sindaco di Albano Nicola Marini e del delegato comunale ai rifiuti Luca Andreassi, altri comuni italiani hanno invece recentemente ritenuto opportuno ricorrere all’organo di giustizia europeo per difendere i diritti dei loro cittadini. In modo particolare si tratta dei Comuni di Mezzocorona e Lavis che, dopo aver esperito senza successo due tentativi di ricorsi al Tar del Trentino ed al Consiglio di Stato, hanno presentato un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali contro l’inceneritore di Trento, con tanto di delibera di giunta (Doc. n. 1). Il ricorso è stato pre-valutato da apposita commissione CEDU ed accolto al giudizio, attualmente in corso di svolgimento. Sembrano, quindi, vane e pretestuose le resistenze dell’Amministrazione Marini.
A maggior ragione, alla luce della recente costituzione “ad adiuvandum” del Sindaco di Genzano, Flavio Gabbarini, a sostegno del ricorso dei residenti di Roncigliano e del Comitato No Inc, sottoscritto da circa 3000 cittadini dei Castelli Romani nel corso del partecipatissimo corteo del 20 Ottobre scorso. Anche questa nuova azione legale dell’Amministrazione genzanese “a sostegno” del ricorso alla CEDU, è stata pre-valutata positivamente ed accolta al giudizio.
Altro punto all’ordine del giorno, è la tanto sofferta CARATTERIZZAZIONE INTERNA alla discarica di Roncigliano, richiesta il lontano 18 Novembre 2011 dall’ARPA LAZIO (Doc. n. 2) e mai intrapresa. Anche in questo caso, il Sindaco Marini ed il delegato ai rifiuti Andreassi non hanno ritenuto di dover prendere posizione sostenendo, al contrario, che la relativa competenza spetti solo alla Regione Lazio.
Peccato, però, che l’art. 250 del Testo Unico Ambientale (cfr, Decreto Matteoli, D.Lgs. n. 152/2006, Titolo V°, Doc. n. 3) stabilisca, inequivocabilmente, che nel caso in cui gli altri Enti pubblici responsabili non si occupino tempestivamente degli adempimenti relativi alla CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA ED IDROGEOLOGICA (art. 242, comma 3) del sito , all’ANALISI RISCHIO SITO (art. 242 comma 4) e alla successiva BONIFICA (art. 242, comma 7), “tali procedure ed interventi sono realizzati d’Ufficio dal Comune territorialmente competente …”
Come noto, nei 15 mesi già trascorsi dalla richiesta dell’Arpa Lazio, la Regione Lazio non ha mostrato alcuna volontà di portare a termine tali adempimenti.
Ci stupisce non poco, quindi, che nella delibera di giunta n. 219 del 7 Dicembre 2012 (Doc. n. 4) l’Amministrazione Marini si limiti a richiedere l’analisi delle acque di circa “25 o 30 pozzi” solo ESTERNI alla discarica di Roncigliano impegnando, tra l’altro, una spesa pari a ben 30 mila euro.
Pare opportuno ricordare che dal 2008, ogni anno, la ASL RM-H e l’ARPA LAZIO (Doc. n. 5) compiono già regolarmente – a costo zero per il Comune di Albano – analisi approfondite relative proprio alla qualità delle acque dei pozzi ESTERNI alla discarica di Roncigliano.
Non capiamo, a questo punto, il senso della delibera dell’Amministrazione Marini visto che la Asl, per le competenze igienico-sanitarie, e l’Arpa, per quelle ambientali, si stanno già occupando con esiti positivi del monitoraggio della qualità della acque dei pozzi ESTERNI alla discarica.
Infine, auspichiamo che la Conferenza dei Sindaci di bacino proceda, quanto prima, anche nel:
1) Richiedere alla Regione Lazio, con estrema urgenza (ai sensi del D.Lgs. 59/2005), la riapertura immediata della procedura di Autorizzazione Ambientale B-3694 del 13 Agosto 2009 relativa all’Inceneritore di Albano, per chiederne l’annullamento in virtù di nuove condizioni ambientali ed igienico-sanitarie.
2) Richiedere al Gestore del Servizio Elettrico, GSE, la copia della Convenzione Preliminare stipulata nel Giugno 2009 tra il CO.E.MA. ed il GSE, che permetterebbe al Consorzio di Cerroni, Acea ed Ama di usufruire dei certificati verdi per l’energia elettrica prodotta dal mega forno brucia rifiuti dei Castelli Romani.
Auspichiamo, ancora una volta, che, in nome dei “principi di trasparenza e legalità come metodo di governo”, la conferenza di oggi si tenga a porte aperte.