Ciampino e l’inquinamento. Le Città fa il punto con il neo assessore all’Ambiente, Massimo Balmas.
Nei comunicati apparsi di recente in materia di ambiente, sembra che Ciampino sia una delle città più inquinate del Lazio. Cosa vuole dirci a proposito di questo. Facciamo chiarezza. Nel mese di settembre 2016, insieme ad altri 90 comuni del Lazio, Ciampino è stato assegnato alla Classe 1 per l’Indice di Qualità dell’Aria (IQA), in base al rilevamento dell’elevata concentrazione dei principali inquinanti presenti in atmosfera (PM10 e biossido di azoto (NO2)). Questo è determinato dal fatto che nel quinquiennio 2011/2015 per tre volte abbiamo superato il numero degli sforamenti massimi consentiti, 35 per legge. Siamo invece rimasti nei limiti previsti nel 2013, 2014 e 2016. A mio avviso, questo deve essere considerato come un primo segnale di inversione di tendenza, se pensate che dal 2007 al 2012 non si era mai riscontrato un risultato positivo.
Secondo Lei si può parlare di allarmismo? La salute pubblica è la nostra principale attenzione. Ciò nonostante credo che sia più giusto parlare di eccesso di protagonismo da parte di chi non trova altri argomenti politici. Comunque con il Sindaco continueremo a operare per realizzare ogni azione possibile al fine della salvaguardia dei nostri concittadini.
Cosa farete per contenere la presenza di inquinanti nell’aria? Abbiamo deliberato da pochi giorni alcune prescrizioni per il prossimo inverno relative in particolare al traffico e alle caldaie per il riscaldamento. Questo atto ci è stato imposto dalla Regione, come a tutti gli altri 90 comuni ricadenti in classe 1, ed è propedeutico alla redazione del piano d’intervento operativo (PIO) che sarà il documento guida per la lotta all’inquinamento.
Questa settimana ci siamo recati in Regione, dove ci hanno illustrato le linee guide per redigere il PIO. In una sala gremitissima ho fatto presente ai tecnici regionali che Ciampino si trova a dover fare i conti con troppi fattori esterni, di non competenza, quali l’Aeroporto “G.B.Pastine”, il Grande Raccordo Anulare e i roghi del campo nomadi “La Barbuta”. Credo sia stato giusto sottolineare quanto le misure richieste non debbano ricadere solo sui cittadini e che sia dunque necessario un intervento regionale per limitare anche le emissioni causate dall’aeroporto e dal GRA, e per impedire i roghi del campo rom. A questo proposito, infatti, verremo a breve convocati nuovamente in Regione per una riunione ad hoc sul PIO relativo solamente al nostro territorio.
Marco Montini