Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è stato ospite questa mattina, con Paolo “Pablito” Rossi che venerdì scorso ha compiuto sessant’anni,
della trasmissione “Pezzi da 90” condotta da Massimo Boccucci sull’emittente umbra Radio Onda Libera.
Zitti zitti avete gli stessi punti della Roma. Tutto calcolato? “Il campionato è lungo e la classifica in questo momento conta davvero poco. Noi abbiamo sofferto contro l’Empoli, però c’è l’equilibrio tattico e questo fattore ci sta premiando”.
Cosa la colpisce più favorevolmente del lavoro di Simone Inzaghi? “Mi colpisce la sua capacità di dialogo con la squadra, fermo restando che un allenatore si assume sempre le responsabilità delle scelte da fare con un organico ampio e dunque dovendo lasciare dei giocatori in panchina. Fin qui ha dato spazio praticamente tutti e ciò vuol dire che sta gestendo al meglio le risorse”.
E’ solo il Napoli l’anti-Juve? “Ci possono essere delle sorprese. Sulla carta ci sono sicuramente queste due squadre molto dotate, ma non sono mancati dei risultati a sorpresa in avvio di campionato. In una squadra contano principalmente il collettivo, al di là dei singoli, e l’umiltà”.
Pensa che la Juve si sia in qualche modo imborghesita? “La Juve ha un organico di assoluto valore ed è chiaro che vale il principio del collettivo e l’umiltà, che magari gli avversari mettono al massimo riuscendo a creare delle difficoltà anche a una squadra così forte se non risponde al 100%. E’ così che le squadre meno dotate riescono a fare dei risultati inaspettati”.
Cosa pensa del nuovo corso azzurro con Ventura? “Ventura è l’uomo giusto perché ha tutte le qualità, conoscenze ed esperienza per valorizzare i giovani. Noi dobbiamo recuperare le risorse dei settori giovanili. Per questo con il presidente Tavecchio abbiamo messo in atto una serie di norme che vanno ulteriormente in questa direzione”.
Lei è legatissimo ad Amatrice: come sta seguendo questi primi interventi per fronteggiare l’emergenza e pensare alla ricostruzione? “Ho una ferita profonda nel cuore ancora aperta. Per me Amatrice significa l’infanzia, i ricordi, gli affetti familiari, tanti amici. Da un momento all’altro questa terra s’è ritrovata nella tragedia con tre generazioni coinvolte tra i lutti e l’aver perso tutto. E’ una realtà abituata al sacrificio e al lavoro, c’è gente radicata nel territorio che vuole fortemente rinascere. Servono gli aspetti materiali ma soprattutto ad Amatrice non vogliono perdere l’identità e questa realtà merita di avere un futuro. Vanno sostenuti”.