Ufficialmente addetto agli arbitri, nei fatti un uomo simbolo del progetto biancoceleste, elemento cardine dello staff e dei dirigenti: Mario Berarducci, l’aquila tatuata nel cuore e la S.S. Lazio Calcio a 5 come seconda pelle.
“Abbiamo chiuso la scorsa stagione con un risultato del campo non positivo. Eppure durante l’anno non ho mai dubitato del grande lavoro del mister, una persona in gamba e un tecnico preparatissimo. Purtroppo la salvezza diretta non è arrivata, ma a prescindere da questo è stato fatto un bel percorso”.
Berarducci è uomo-Chilelli da ormai una decade a questa parte, sin dai tempi de L’Acquedotto: “Come sempre mi ritrovo a ringraziare Daniele e tutta la famiglia Chilelli. Quando due anni fa mi disse che stava prendendo la Lazio mi fece un grande regalo, io che sono laziale da sempre e ho 46 anni di Stadio Olimpico alle spalle. Vestire questa maglia, indossare l’aquila sul petto, va al di là di tutto: è un orgoglio e una responsabilità. Per questo sono felice di essere stato reso partecipe in lungo e in largo, ancora una volta, di questo nuovo percorso stagionale” conclude Berarducci.