Mafia Capitale, parola a Naso: “La vera teoria del Mondo di Mezzo”

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Mafia Capitale, parola a Naso: “La vera teoria del Mondo di Mezzo”

carminatiMafia Capitale. Giosuè Bruno Naso, legale tra gli altri di Massimo Carminati, considerato dalla procura il deus ex machina dell’organizzazione criminale romana, è intervenuto su Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Il legale di Massimo Carminati ha commentato gli ultimi sviluppi del processo: “La novità è quella che emersa sui giornali di ieri e attiene all’ordinanza con cui il tribunale ha congelato i termini di custodia cautelare per tutto il dibattimento, il che vuol dire che li ha congelati almeno per un altro anno e mezzo, visto che al momento abbiamo un calendario che arriva a marzo 2017. La custodia cautelare che patiranno questi imputati è particolarmente pesante. Il processo era basato solo sulle telefonate ed è rimasto solo sulle telefonate. Pensate che non hanno ritenuto di dover interrogare le asserite persone offese dei reati di estorsione: per verificare se una persona è stata intimidita la devi interrogare, altrimenti come si fa a parlare di estorsione? Tutto il processo è rappresentato dal contenuto di intercettazioni telefoniche, che sono a valanga. Per questo io da subito ho rappresentato il bisogno di trascrivere subito le intercettazioni Ora bisogna aspettare tantissimo tempo, tutto questo sulla pelle degli imputati, che restano in carcere ad aspettare la trascrizione delle intercettazioni telefoniche senza poter aspirare all’attenuazione della misura cautelare almeno con gli arresti domiciliari”.

Naso, poi, ha spiegato quale sarebbe la vera teoria di Carminati sul Mondo di Mezzo: “Le cose sono totalmente diverse da quelle che sembrano. Si trattava di una telefonata a cui si è voluto erroneamente conferire un valore simbolico quale atto rappresentativo della filosofia di vita esistenziale che avrebbe ispirato questo gruppo di mezzo. In realtà, tutto si basa sulla interlocuzione di Carminati in un discorso che avveniva tra lui Brugia e Gaglianone in cui Brugia, con quel suo fare da spaccone molto pittoresco, raccontava che un suo conoscente, che si riteneva di non particolare affidabilità, gli aveva detto che aveva fornito ad un notissimo personaggio della televisione, mezzo etto di cocaina alla settimana. Lui a al personaggio molto in vista della tv. Allora, prendendo spunto da questa interlocuzione tra i due, Carminati si inserisce e dice a Brugia quella frase sul mondo di sopra e il mondo di sotto. Se togliamo questa frase dal contesto in cui è stata pronunciata, si stravolge il senso che si vuole dare a quella affermazione, a quella frase e a quel discorso. E’ evidente che se nessuno avesse fatto riferimento a quella asserita fornitura di cocaina al notissimo personaggio della tv, Carminati non avrebbe mai pronunciato quella frase”.

Naso, legale di Massimo Carminati, ribadisce la forte componente mediatica del processo: “Purtroppo questo è un processo a forte componente mediatica. Dal tribunale ci dovremmo aspettare un atto non dico di eroismo ma sicuramente di grande libertà individuale e collegiale, di grande autonomia di pensiero, perché ci vorrà del coraggio per assumere una decisione distonica rispetto alle attese e alle aspettative. Credo che questo tribunale il coraggio ce l’avrà.  Le pressioni mediatiche, però, sono fortissime”.

Naso, avvocato di Massimo Carminati, smentisce il fatto che alcuni testimoni quando appare Carminati in videoconferenza al processo dimenticano tutto all’improvviso: “Questa è una balla, fatico io a riconoscere Carminati in videoconferenza. Carminati impegna un terzo della metà inferiore dello schermo, è impossibile che un testimone lo veda e si intimorisca”.  Naso, poi, rivendica la difficoltà con cui porta avanti la difesa di Carminati: “Io non vedo Carminati da Natale. Quando dico che questa è una difesa minorata ed è una difesa minorata non necessitata, faccio riferimento al fatto che il 41bis esiste anche a Roma nel carcere di Rebibbia. Non capisco la ragione per la quale, durante il processo, Carminati debba stare a Parma e non a Roma, a Rebibbia, sezione 41bis, dove il contatto con i suoi difensori sarebbe ovviamente molto più agevole. Ha chiesto di essere trasferito, ma ci ridono in faccia”.

Carminati conferma il fatto che stavolta si difenderà in tribunale davanti al giudice: “Conferma che stavolta parlerà, si difenderà. La procedura prevede prima l’assunzione di tutti i testimoni dell’accusa, poi l’esame degli imputati e poi l’assunzione dei testimoni della difesa, specificando che un imputato può decidere di parlare quando vuole, attraverso dichiarazioni spontanee. Per rispondere alle domande delle parti, accusa difesa e giudice, deve aspettare il completamento dell’esame dei testi di accusa del pubblico ministero. Carminati è una persona che si difende e attraverso le proprie dichiarazioni in questo processo si difenderà, ma Carminati non è un delatore, non è una persona che accusa. A ciascuno il suo, lui dice sempre che purtroppo la sorte nei processi gli ha riservato il ruolo di imputato. Certo dovrà dire delle cose, riferire delle circostanze, ma tanto se saranno cose non gradite sarà tacciato di inaffidabilità”.