Da “Tvb” a “Ciaone”, ecco il linguaggio 2.0 che sfida l’Accademia della Crusca

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Da “Tvb” a “Ciaone”, ecco il linguaggio 2.0 che sfida l’Accademia della Crusca

cioaneeeeL’Accademia della Crusca avrebbe serie difficoltà a trovarne origine ed etimologia.

Eppure nell’era dell’apparenza i ragazzi hanno trovato nel gergo parlato una chiave di comprensione immediata ed efficace.

In origine era “che grezza”, parole con le quali i ragazzi dei primi anni 90 definivano una figura decisamente “poco elegante”.

Ma non era ancora quella l’età degli sms e di internet, dove in poche parole si deve esprimere un concetto che richiederebbe spesso un’argomentazione.

I ragazzi hanno iniziato con l’abbreviazione (CMQ = comunque), con gli acronimi (TVB = ti voglio bene) per finire alla creazione di parole che potessero racchiudere un valore semantico in una decina di lettere al massimo.

“Scialla”, con cui per altro il regista Francesco Bruni ha titolato uno dei suoi recenti film, l’ha fatta da padrone per molto tempo. In giro si sentivano continuamente ragazzi pronunciare questa parola al posto di “vabbè tranquillo poi vediamo”.

Altro termine di cui sentiamo spesso il suono è “Bella”, un saluto amichevole che tra i ragazzi è affettuoso e rapido.

Ultima in ordine di apparizione ma non di utilizzo, è la parola “ciaone” che in poco tempo ha sostituito il caro vecchio “ciao”, grazie all’aggiunta di un suffisso, ha spopolato tra i ragazzi e non solo, allargandone il significato ad un più ampio saluto ironico.

Nel 2015 l’hastag #CIAONE su twitter si è posizionato tra i più cliccati, personaggi dello star system ne hanno creato un vero e proprio tormentone, tanto che sul web spopolano gadget con la scritta “ciaone” ovunque.

Inutile domandarsi se tutto ciò abbia un valore linguistico rilevante, la questione è più sociologica.

Non è un caso quindi, che termini così gergali ma anche efficaci, siano stati coniati in un periodo storico in cui le parole viaggiano su web ad una velocità impressionante, dove di tempo per parlare se ne trova sempre meno e riuscire quindi a spiegarsi attraverso una singola parola sembra essere la situazione ottimale.

I linguisti troveranno riprovevoli certi termini ma del resto “il fine giustifica i mezzi”, e se lo scopo è comprendersi allora… “bella pe tutti, scialla umanisti di ogni epoca e ciaone caro vecchio discorso logorroico”.

Olivia Colombari