Alzheimer, nel Lazio 28mila malati ma “strutture in crisi”

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Alzheimer, nel Lazio 28mila malati ma “strutture in crisi”

Alzheimerassist“Nel Lazio si registrano circa 71mila persone affette da una forma di demenza, 28mila colpiti da Alzheimer. La rete assistenziale è organizzata in Unità Valutative Alzheimer (Uva), Centri diurni Alzheimer (e altre forme di demenza), Posti residenziali e semiresidenziali presso le Strutture di Mantenimento – Rsa”.

A lanciare l’allarme è l’Associazione Italiana Ospedalità Privata.

“Sono proprio le Rsa le uniche capaci di fornire una reale presa in carico a 360° di un malato di Alzheimer che a casa non può vivere a lungo perché un familiare non ha né la forza né la capacità di vegliare su di lui 24 ore su 24. Eppure nel Lazio le Rsa stanno vivendo una crisi senza precedenti”, afferma Jessica Veronica Faroni, Presidente Aiop Lazio.

Faroni che poi spiega nello specifico i contorni della crisi: “Il sistema assistenziale non può durare a lungo. Le strutture sono in crisi, si trovano quotidianamente di fronte ad uno spartiacque: da una parte la diminuzione costante delle risorse economiche e finanziarie che le attanaglia e dall’altra i Comuni, che in barba alle norme non erogano (per assenza di fondi) la loro parte di quota sociale relativa alla compartecipazione per la spesa dei degenti. Ci troviamo di fronte ad Rsa vuote in quanto la quota a carico del paziente e delle famiglie è troppo alta a causa del nuovo Isee che interessa l’intero nucleo famigliare”.

Secondo l’Aiop, tutto questo comporta “che il paziente spesso viene tenuto a casa con delle badanti, con un assistenza quindi non specializzata e con i rischi che conseguono.

“L’Alzheimer purtroppo non colpisce solo l’individuo ma l’intera famiglia – afferma Faroni – ed è di fondamentale importanza istituire una rete multidisciplinare e multifunzionale di supporto composta da medici di base e operatori sanitari capaci di riconoscere i bisogni dei famigliari ed indirizzarli verso i servizi più idonei a seconda dei casi. Va fatto oggi, domani è troppo tardi”.

“Lo scorso anno – continua Faroni – è stato approvato il Piano Nazionale Demenze, per promuovere e migliorare gli interventi terapeutici specialistici e il sostegno del malato e dei familiari lungo tutto il percorso di cura. Eppure l’autonomia delle singole Regioni in materia di spesa sanitaria ha creato in buona sostanza una situazione a macchia di leopardo. Se ottimi risultati nell’assistenza al malato si sono riscontrati al Nord, in Lombardia in primis, non si può dire altrettanto del Centro e del Sud. La malattia non fa distinzione nei luoghi. Tutta la popolazione ha diritto alla cura e assistenza”.

Emanuele Ranucci