Fino al 31 agosto, la prima grande mostra retrospettiva dedicata alla carriera artistica del fotografo modenese
Scritto da Gabriele PASQUALI
Nella cornice del museo dell’Ara Pacis progettato da Richard Meier, croce e delizia di molti architetti, studiosi ed esteti, ci rechiamo in visita alla prima mostra retrospettiva dedicata a Franco Fontana. Il fotografo modenese, nato nel 1933 ed ancora splendidamente in forma, rappresenta un esempio di utilizzo dell’immagine fotografica che anticipa di molto le tendenze attuali di utilizzo e modifica delle immagini nei più svariati campi. La visita consente di ripercorrere l’intera carriera di Fontana e si distingue per un uso potente dell’arma espositiva. Come mi fanno notare i miei graditi accompagnatori, molte opere significano molto impegno. Impegno ad attraversare luoghi, paesaggi, frammenti, angoli in cui, molto spesso, la volontà del fotografo, unitamente alla sua ricerca di concetti, appaiono sovrabbondare. Forse una selezione meno potente avrebbe aiutato di più la riflessione. Ma poco importa. L’esperienza che ci offre Fontana è davvero entusiasmante: ogni fotografia impone una domanda, una curiosità, un ragionamento, un perdersi. Si fa fatica a dire cosa resta di più. Il fotografo si rende sempre inafferrabile. Vorresti poter discernere le scelte narrative, molte legate alla postproduzione, ma l’intento è spesso vano. Fontana sa bene come cogliere di sorpresa. Ti costringe a guardare nel tentativo disperato di ‘vedere’. Tentativo che costringe lo spettatore a scegliere tra l’immediatezza della bellezza di un mare che sembra evaporare e la ricerca di una mano di donna che dovrebbe apparire dietro una Cadillac. E non compare. L’invito a vedere questa mostra nasce proprio da questa sorpresa che ci appare davanti. Sorpresa che è sempre la ricerca di una narrazione ostentata e mai nascosta: la sfida di poter piegare un’immagine alle proprie esigenze. Come la luce che, suo malgrado, è piegata dalla gravità.
Per Fontana tutto è, e deve essere, relativo nel senso più alto del termine. C’è una forza che piega il visibile e lo ri-costruisce per raccontare una storia nuova. Questa è la lezione che il vecchio e saggio fotografo ci vuole trasmettere e che stimola incredibilmente anche le nostre personali ricerche artistiche.
Informazioni
Luogo: Museo dell’Ara Pacis
Orario: fino al 31 agosto 2025
Tutti i giorni 9.30-19.30
24 e 31 dicembre 9.30-14.00
Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Giorni di chiusura 1° maggio e 25 dicembre
https://www.arapacis.it/it/mostra-evento/franco-fontana-retrospective