Concluse le riprese della prima regia di Esmeralda Spadea, che firma anche la sceneggiatura: protagonista Francesco Salvi, che rivela una grande intensità anche in un ruolo drammatico
Il protagonista si ritrova in una situazione paradisiaca, ma sarà veramente così? La vita dopo la morte ha affascinato l’umanità per secoli e varia a seconda delle tradizioni culturali e religiose. Per alcuni, il paradiso è un luogo fisico di perfezione e beatitudine, descritto come un giardino rigoglioso. Tuttavia, molti si interrogano sulla vera natura del paradiso. È una realtà concreta o una proiezione del desiderio umano di perfezione e felicità? Alcuni filosofi e teologi lo interpretano come uno stato mentale o spirituale, una condizione interiore di pace e armonia. Il Buddha, ad esempio, non parla di un “paradiso” nel senso comune, ma di nirvana, uno stato di liberazione dal ciclo delle sofferenze.
La domanda, quindi, non è tanto se il paradiso sia effettivamente un “paradiso”, quanto se esso debba essere cercato fuori di noi o dentro di noi. Spesso, interrogarsi sul significato del paradiso porta a riflettere su come vivere nel presente e su come creare una sorta di “paradiso” nelle relazioni umane, nella natura e nella ricerca della giustizia e della compassione.
In sintesi, il paradiso potrebbe essere visto come un ideale che ispira l’umanità a migliorarsi, indipendentemente dalla sua realtà ontologica.
Sceneggiatura che fa riflettere su temi esistenziali, senza mai risultare pesante. Da segnalare nel cast Alessandra Gianotti, Marco Lungo e Daniele Ferrari. Nel cortometraggio è presente anche un delizioso cameo di Antonella Salvucci.