Pirandello, umorismo e dramma si uniscono per il debutto stagionale del Nuovo Teatro Zappalà

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Pirandello, umorismo e dramma si uniscono per il debutto stagionale del Nuovo Teatro Zappalà

La stagione teatrale si apre con “Il berretto a sonagli” di Pirandello ed è subito successo: con la regia di Franco Zappalà, vanno in scena verità, apparenza e le solite “convenzioni sociali”

Scritto da Giuseppe Clemente

Con la regia di Franco Zappalà, abbiamo assistito al debutto stagionale del Nuovo Teatro Zappalà di Palermo, assistendo ad una delle opere più rappresentative di Luigi Pirandello: “Il berretto a sonagli”.
Il Dramma ruota intorno alla figura di Ciampa. Uno scrivano agli ordini del Cavalier Fiorica che lotta, per tutta la durata dei due atti, per difendere la sua dignità, il matrimonio e le problematiche causate dall’infedeltà della moglie.
Una infedeltà che “aleggia”, minacciosa, che si contrappone alle regole morali, al ceto sociale al quale appartengono i nostri protagonisti e che si schianta contro l’integrità, sempre più compromessa, dello stesso Ciampa.

Beatrice Fiorica (Cettina Mirrione), moglie del Cavalier Fiorica, fuori di sè a causa dei tradimenti che il marito compirebbe con la giovane moglie del suo scrivano Ciampa (Mastro Franco Zappalà), alla notizia secondo la quale il marito stesse facendo dono di una preziosa collana con pendenti alla giovane amante (Giovanna Licciardi), decide, con la riluttante collaborazione del fratello Fifì (Calogero Spina), della domestica (Grazia Zappalà) e del Delegato (Angelo La Franca), di denunciare i fatti e ordire così un tranello agli “infedeli”, approfittando dell’assenza momentanea alla quale la stessa costringe il Ciampa e sorprendendoli assieme nei luoghi dei rituali incontri.

Superba l’interpretazione di Franco Zappalà nei panni di un Ciampa che galleggiando sulla sua umiltà, la sua vibrante calma, l’orgoglio e la capacità di usare a modo “lo strumento” e le sue delicate “corde”, cosciente più degli altri di quanto un gesto così avventato potrebbe stravolgere la comunità condannando tutti ad uno scandalo che nessuna libertà acquisita potrebbe coprire o giustificare, cercando di consigliare sapientemente Beatrice ad usare la “corda civile” – …Soprattutto, dovendo vivere in società, ci serve la civile; per cui sta qua, in mezzo alla fronte… – mostrando come e quando utilizzare adeguatamente le altre due: la seria e la pazza.

L’esito dell’imboscata è catastrofico. Il Delegato rinuncia a partecipare all’azione incaricando un collega e il tutto sfocia in un eclatante arresto del Cavaliere e della sua giovane presunta amante.
Se ne redige un verbale controverso dal quale, alla fine, se ne deduce che non ci sia stato nessun tradimento e che l’arresto fosse stato motivato dall’ira del Cavaliere verso le forze dell’ordine e forse, anche per una eccessiva scollatura della giovane presunta adultera. Nessuna collana con pendenti sul luogo del fatto.

L’epilogo vede la disfatta di Beatrice, accusata di avere presentato una denuncia senza nessuna prova concreta, spinta dalle teorie della “Saracena” (Valentina Vitale), incurante dei dispiaceri dell’anziana mamma (Linda La Franca) costretta, alla fine, a sferrare la “corda pazza”: “Via, vada! Vada! Si prenda questo piacere, di fare per tre mesi la pazza per davvero! Le par cosa da nulla? Fare il pazzo! Potessi farlo io, come piacerebbe a me! Sferrare, signora, qua, per davvero tutta la corda pazza, cacciarmi fino agli orecchi il berretto a sonagli della pazzia e scendere in piazza a sputare in faccia alla gente la verità!”.
Ora, Ciampa sfodera tutta la sua veemenza. E’ il Pirandello che, fedele alle sue novelle, non può non dare un occhio a “Certi Obblighi” e “Verità” tanto discusse.
Ciampa è attento. Guida Beatrice verso le soluzioni, consapevole del presente e cosciente di un epilogo amaro, ma giusto.
A seguito del disordine scoppiato in casa, tra grida, insulti ma, in fondo, nessun vincitore, Beatrice viene portata via.
Sembra proprio che l’unica soluzione per mantenere la rispettabilità, rimanga quella di diventare metaforicamente) pazzi! Indossare un bel cappello a sonagli e poter dire la verità, senza conseguenze sociali e giudizi oppure, per svelare l’ipocrisia degli altri, quando lo indosserai mostrando i tuoi sentimenti, le tue verità, ed essi ti prenderanno per pazzo.
In scena stasera verità, apparenza e ipocrisia sociale come soltanto Pirandello riesce a dipingere ed una performance degli artisti che anche stavolta ci porteremo a casa con un sorriso e una lezione di vita da ripassare ogni tanto.