Scritto da Riccardo DIFFIDENTI
Sabato 19 ottobre, il PalaLottomatica di Roma è stato teatro di un evento tanto atteso: il concerto di Alex Britti, un artista molto apprezzato nella scena musicale italiana. Davanti a migliaia di fan, Britti ha dimostrato ancora una volta di essere un autentico “animale da palcoscenico”, capace di conquistare il pubblico con la sua voce straordinaria e il talento indiscusso alla chitarra.
Il cantautore romano ha offerto una scaletta ricca di successi, dalle intramontabili “Buona fortuna” e “Piove” fino a “Lo zingaro felice”, emozionando i presenti con una performance sentita e coinvolgente. Il pubblico, visibilmente entusiasta, ha accompagnato Britti cantando ogni parola, creando un’atmosfera carica di energia e calore.
Un momento particolarmente emozionante della serata è stato quando Britti ha condiviso il palco con i Gemelli Cutello e Stefano Sastro. L’intesa tra i musicisti ha dato vita a momenti di pura magia musicale, con assoli vibranti e un’esecuzione che ha incantato i presenti. La complicità tra Britti e i suoi ospiti ha reso questo concerto un’esperienza ancora più ricca e indimenticabile.
Il momento clou della serata, però, è arrivato quando Britti ha attaccato con le prime note di “Roma non fa la stupida stasera”. Il pubblico è letteralmente andato in delirio, cantando a squarciagola l’inno dedicato alla capitale. Le voci unite dei fan hanno riempito il PalaLottomatica di un’energia travolgente, trasformando il palazzetto in una celebrazione collettiva dell’orgoglio romano.
Britti, come sempre, ha saputo alternare momenti di pura intensità musicale a passaggi più intimi, regalando uno spettacolo variegato e mai banale. La sua capacità di interagire con il pubblico, scherzare tra un brano e l’altro, e creare una connessione autentica, lo rende un artista completo, in grado di riempire un palazzetto con il suo carisma e la sua bravura.
L’unica nota appena un po’ stonata per i posti più lontani dal palco è stata l’acustica del PalaLottomatica che non ha valorizzate appieno la voce e le sfumature musicali di Britti, rendendo il suono a tratti confuso e poco definito. Un peccato, considerando la precisione e la qualità dell’esibizione dell’artista, che avrebbe sicuramente brillato in uno spazio più adeguato, come un teatro.