Sviluppo delle reti e digitalizzazione dell’Italia al centro del ComoLake2024

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Sviluppo delle reti e digitalizzazione dell’Italia al centro del ComoLake2024

Un giornata di lavori ricca di spunti quella che ha inaugurato il “ComoLake2024 – The Great Challenge”, l’expo-congress internazionale su innovazione e digitale, organizzato da Micromegas, che si terrà sino al 18 ottobre al Centro internazionale esposizione e congressi di Villa Erba, a Cernobbio, sul lago di Como

Un giornata di lavori ricca di spunti quella che ha inaugurato il “ComoLake2024 – The Great Challenge”, l’expo-congress internazionale su innovazione e digitale, organizzato da Micromegas, che si terra’ sino al 18 ottobre al Centro internazionale esposizione e congressi di Villa Erba, a Cernobbio, sul lago di Como. Rappresentanti delle istituzioni, grandi manager nazionali ed esperti si sono confrontati per tutta la giornata di ieri in numerosi da panel di lavoro incentrati sullo sviluppo delle reti e la digitalizzazione del Paese. “La tecnologia corre e scandisce il passo del cambiamento. A ComoLake2024 ci si confronta su questo e sui contesti sociali e normativi che scandiscono il nostro vivere quotidiano. La Conferenza vuole contribuire a leggere il presente per costruire il futuro”, ha detto Raffaele barberio , ideatore e direttore di ComoLake24. Temi molto attuali, come sottolineato anche dal direttore Italia del gruppo Enel, Nicola Lanzetta, per cui vista la crescita del vettore elettrico, la rete ha “bisogno di essere incrementata ancora di più: una delle sfide che questo Paese si sta giocando in questo momento, nell’ambito delle proprie infrastrutture di rete, è proprio sulla rete elettrica”. Reti ma anche digitalizzazione, davanti a cui, per il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, “si gioca il futuro del nostro Paese”. Per questo, è necessario “agevolare tutte le aziende ad affrontare questo grande cambiamento e questo percorso impegnativo ma portatore di opportunità per migliorare la qualità della nostra economia”.

Aziende come Tim, il cui amministratore delegato, Pietro Labriola, ha voluto lanciare ieri un messaggio chiaro: “Nell’attuale mercato italiano – ha scandito davanti alla platea – le imprese hanno difficoltà ad investire” perché poi “non hanno l’adeguato ritorno sull’investimento: non abbiamo operatori di telecomunicazioni in grado di investire ma la digitalizzazione non esiste senza una rete 5G”. Bene dunque, nel settore delle telecomunicazioni, il consolidamento di un grande gruppo paneuropeo, a patto che prima vi sia “un consolidamento sul mercato domestico”, ha aggiunto Labriola nel ribadire il proprio favore all’accordo fra Fastweb e Vodafone. Di diverso parere Benedetto Levi, amministratore delegato di Iliad, secondo cui “ci sono consolidamenti e consolidamenti e ad esempio l’unione tra Vodafone e Fastweb, che attualmente sta analizzando l’Antitrust in Italia, sicuramente presenta dei potenziali rischi anche per il mercato, come ha detto la stessa autorita’”. Dunque sì ai consolidamenti ma “non a tutti i costi”.

Tra gli oltre 160 speaker provenienti da tutto il mondo che si alterneranno nei quattro giorni di lavoro, non poteva mancare il “padrone di casa” e ideatore dell’iniziativa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione, Alessio Butti. E’ stato proprio lui ad annunciare la firma di un “importante accordo” con l’ambasciatore straordinario americano Nathaniel C. Fick “sui cavi sottomarini”. Butti ha però lanciato un allarme, anche oltre i confini nazionali: “L’Europa investe poco e male e soffre un deficit drammatico di competenze digitali”. Anche perché, a livello continentale, c’ stata “questa ipertrofia normativa che qualche problema lo crea: il dedalo di regole ha rallentato l’innovazione, creando barriere all’ingresso e all’uscita delle imprese, la burocrazia ha scoraggiato i più bravi, che infatti hanno lasciato l’Europa”. E ancora: “Presenteremo una proposta organica per ripartire” sul digitale “coinvolgendo tutti gli Stati membri dell’Unione: lo sviluppo delle reti ad alta velocità in Europa procede in modo scoordinato perché il mercato e’ frammentato e i livelli di sviluppo molto diversi tra loro”. Da questo ne risulta “un mosaico incoerente e caotico di aree coperte da connessioni veloci e performanti e aree mal servite o non servite affatto. Poi – ha aggiunto elencando alcuni dei problemi attuali – ci sono tanti piccoli player che operano solo a livello nazionale e il risultato è l’impossibilità di raggiungere le economie di scala”, che sono necessarie “per crescere e per farlo anche a rilevanza globale. Manca una visione strategica e causa della clamorosa assenza di un vero mercato unico digitale”.

Parole che devono essere piaciute a Luigi Ferraris, amministratore delegato di Fibercop, convinto che la connettività sia “un elemento fondamentale per il nostro sistema Paese, per il suo sviluppo, in quanto è un abilitatore di servizi piuttosto numerosi ed è parte integrante della vita quotidiana dei nostri cittadini e propulsore della digitalizzazione dell’Economia e della pubblica amministrazione”. Anche per questo, sulle aree grigie per la copertura della rete, ha sottolineato Giuseppe Gola, amministratore delegato di Open Fiber, “stiamo in una fase molto intensa di sviluppo: un anno fa c’era un importante in ritardo ma abbiamo fatto un grosso lavoro di sviluppo e soprattutto di accelerazione: ad oggi abbiamo coperto oltre mezzo milione di numeri civici. Ora abbiamo un obiettivo sfidante ma la velocità di realizzazione della rete che abbiamo raggiunto e che stiamo raggiungendo ci permette di essere ottimisti”.