Ritrovarsi per una sera a Villa Ada. È questa la sensazione più forte alla fine delle quasi due ore di spettacolo “Liberidì Liberidà” di Sabina Guzzanti. Sotto le stelle (e l’afa) di Villa Ada lo scorso 30 luglio, l’artista romana ha ritrovato il suo pubblico non perdendo l’occasione per ricordare da che parte stare. Quella della critica sociale tagliante e ironica verso il potere e la classe dirigente nazionale, senza fare sconti a nessuno.
Dal patriarcato all’intelligenza artificiale, dal merito in politica alla difesa della 194 sono solo alcuni dei temi che Sabina Guzzanti ha ripercorso nel suo dialogo immaginario con Giorgia Meloni e Elly Schlein, in un monologo che risulta sempre essenziale e corrosivo che riflette su cosa significhi essere veramente liberi in un’epoca di grandi cambiamenti e incertezze.
Da ormai un paio d’anni, Guzzanti, figlia, sorella e soprattutto madre di tanti orfani dei bei tempi andati, si dedica al dialogo sia con Meloni che con Schlein, con l’unico obiettivo di attenuare il danno. Un lavoro impegnativo, spesso estenuante, portato avanti con abnegazione e sacrificio e senza che nulla gliene venga in tasca. Di qui l’idea di cominciare a monetizzare questa attività con una serie di conferenze spettacolo, che i giovani d’oggi chiamano stand up comedy, sul nostro presente travagliato. Ovviamente non si è parlato solo di politica ma anche di argomenti veramente importanti come lo sviluppo tecnologico in mano a 4 esaltati irresponsabili e più in generale di come conservare una qualche forma di dignità nel 21 secolo.
Per le prossime tappe del tour, potete consultare la pagina dedicata all’artista su Ticketone.
Scritto da Stella TEODONIO