Muore dopo essere stato abbandonato con il braccio tranciato davanti casa: la storia di Satnam finisce in tragedia nell’Agro Pontino

HomeHOME PAGE

Muore dopo essere stato abbandonato con il braccio tranciato davanti casa: la storia di Satnam finisce in tragedia nell’Agro Pontino

Satnam Singh, 31 anni, era giunto in Italia tre anni fa assieme alla moglie Alisha, con la speranza di costruire una vita migliore. La coppia si era unita alla folta comunità sikh dell’agro pontino, in provincia di Latina, dedicandosi all’agricoltura. Purtroppo, come molti altri lavoratori irregolari, erano costretti a operare in condizioni estreme, diventando di fatto degli “invisibili”.

Mercoledì scorso, Satnam ha trovato la morte in circostanze drammatiche. Il giovane è deceduto all’ospedale San Camillo di Roma, nonostante gli sforzi dei medici per salvarlo. Era stato trasportato d’urgenza in elisoccorso lunedì, in condizioni disperate: aveva subito l’amputazione del braccio destro, gravi ferite alle gambe e un’emorragia significativa. Satnam era stato coinvolto in un gravissimo incidente mentre lavorava nei campi di Borgo Santa Maria. Un macchinario avvolgiplastica a rullo trainato da un trattore gli aveva tranciato un braccio e schiacciato gli arti inferiori.

Secondo le prime indagini dei carabinieri della compagnia di Latina, coordinate dalla Procura, Satnam e la moglie Alisha erano impiegati nella raccolta di frutta e ortaggi per un misero stipendio di quattro euro l’ora, ovviamente senza alcun contratto. Il lavoro era a chiamata, con i due che venivano prelevati a casa e portati nei campi, come tanti altri lavoratori.

L’aspetto più inquietante della vicenda è emerso quando Satnam, anziché essere soccorso immediatamente, è stato abbandonato davanti alla sua abitazione con il braccio tranciato appoggiato sopra una cassetta utilizzata per la raccolta degli ortaggi. A bordo del pulmino che lo ha portato lì, invece che in ospedale, c’era la moglie Alisha, che invano aveva implorato aiuto per il marito.

Sarà l’autopsia disposta dalla Procura a confermare se Satnam si sarebbe potuto salvare se fosse stato trasportato subito al pronto soccorso. Nel frattempo, Antonello Lovato, 38enne titolare dell’azienda agricola dove lavorava Satnam, è stato indagato per omissione di soccorso, violazione delle disposizioni in materia di lavoro irregolare e omicidio colposo. Secondo i carabinieri, sarebbe stato proprio Lovato, forse con l’aiuto di altre persone, a scaricare Satnam in gravissime condizioni davanti casa.

Intervistato dal Tg1, il padre dell’indagato, Renzo Lovato, ha difeso il figlio, attribuendo l’accaduto a una presunta “leggerezza” sul lavoro da parte di Satnam Singh. “Non è quello che si legge sui giornali, aveva avvisato il lavoratore di non avvicinarsi al mezzo ma ha fatto di testa sua. Una leggerezza che è costata cara a tutti”, ha dichiarato al telegiornale.

La tragica morte di Satnam Singh mette in luce le condizioni disumane in cui versano molti lavoratori agricoli irregolari nell’agro pontino, costretti a vivere e lavorare nell’ombra, senza diritti e tutele. Una realtà che richiede un intervento urgente e deciso per garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure per tutti.