L’Agenzia Europea del Farmaco sconsiglia l’uso di Vaxzevria: AstraZeneca ritira il vaccino

HomeHOME PAGE

L’Agenzia Europea del Farmaco sconsiglia l’uso di Vaxzevria: AstraZeneca ritira il vaccino

Il 7 maggio, il comitato di sicurezza dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha emesso un avviso in cui sconsiglia l’uso del vaccino AstraZeneca Vaxzevria. La decisione è stata motivata dalla disponibilità di vaccini più recenti e adattati alle varianti del virus, rendendo il Vaxzevria meno adeguato alle attuali esigenze di immunizzazione.

Molte voci hanno connesso questa decisione al procedimento penale avvenuto a Londra, nel quale l’azienda anglo-svedese ha ammesso che il suo vaccino può causare trombosi come raro effetto collaterale. Tuttavia, secondo Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, questa associazione manca di fondamento. Bassetti chiarisce che la trombosi è un fenomeno noto da tempo e che il vaccino è stato ritirato principalmente perché è diventato obsoleto rispetto alle nuove varianti del virus.

Il Vaxzevria è un vaccino a vettore virale basato sull’adenovirus ChAdOx1, sviluppato presso lo Jenner Institute dell’Università di Oxford in collaborazione con AstraZeneca e l’IRBM Science Park italiana. Approvato nel Regno Unito il 30 dicembre 2020, il vaccino è stato utilizzato su soggetti di 18 anni o più.

L’adenovirus ChAdOx1, una versione indebolita dell’adenovirus degli scimpanzé, è stato utilizzato per portare il materiale genetico della proteina Spike del virus SARS-CoV-2 nelle cellule umane. Questo avvia una risposta immunitaria che produce anticorpi contro il virus.

Inizialmente, il Vaxzevria è stato autorizzato solo per persone al di sotto dei 60 anni, ma successivamente è stato approvato anche per gli anziani. Tuttavia, a seguito di segnalazioni di casi rari di trombocitopenia trombotica, il Ministero della Salute ha raccomandato di riservare il vaccino alle persone dai 60 anni in su.

Secondo il dottor Sergio Abrignani, professore ordinario di Immunologia e Immunopatologia all’Università Statale di Milano, i vaccini a vettore adenovirale come il Vaxzevria sono risultati meno efficaci dei vaccini a mRNA. Abrignani sottolinea inoltre una limitazione immunologica dei vaccini a vettore virale: non possono essere utilizzati come richiami a causa della risposta immunitaria che si sviluppa contro la componente adenovirale dopo la seconda dose.

Il problema degli eventi avversi riguarda non solo il vaccino AstraZeneca, ma anche altri vaccini a vettore virale come quello prodotto da Johnson & Johnson/Janssen (Ad26.COV2.S). Tuttavia, i vaccini a mRNA non sono associati al rischio di trombocitopenia trombotica.

È importante sottolineare che i casi segnalati di trombosi indotta da vaccino si sono verificati entro due settimane dalla somministrazione del vaccino. Pertanto, coloro che hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca diversi mesi o anni fa non corrono rischi di sviluppare questo raro effetto collaterale.