“Per decenni si è guardato al futuro delle collettività muovendo dalla convinzione che la storia potesse conoscere un’unica direzione: quella del progresso e dell’evoluzione verso un benessere maggiore. Eppure, le recenti crisi – economica, ecologica e sanitaria – hanno messo profondamente in discussione una tale certezza, portando alla luce un presente, popolato da numerosi fantasmi, ovvero da entità ideali, valoriali e soggettive. In questo modo non si fa altro che dare vita ad identità schiacciate sul presente. Il vero rischio è che il presente ingabbi il futuro, non lo faccia fiorire nel timore dell’imprevisto. Sa Cosa”, quindi, intende prendere le distanze dal culto della personalizzazione, convinta che il vero obiettivo dev’essere quello di creare organismi capaci di auto-modellarsi a qualcosa che non è ancora stato predetto e immaginato. La vera difficoltà è infatti quella di formulare strategie che non limitino le organizzazioni in scenari futuri predeterminati, poichè rischierebbero di ridurne la flessibilità e, di conseguenza, la capacità di adattamento rapido a scenari imprevisti. Il rischio è la “presentificazione del futuro”. Per bypassare il rischio bisogna pertanto mettere in campo progettualità capaci di restare “aperte”, in grado di riadattarsi in corso d’opera, e strategie che guardino al domani scegliendo di mettere radici nei luoghi, significa perciò assumere senza sconti la sfida della complessità e decidere di affrontare la lunga transizione apertasi con il nuovo millennio attraverso un agire comune che rende il futuro un fatto del presente legato ad una responsabilità condivisa. Questa, al di là del demagogico, sono per noi i principi, i concetti e i valori da raccogliere in occasione delle elezioni europee, che andranno in scena il prossimo giugno: evitare il concetto personalistico del potere nel presente e ipotizzare crescita e sviluppo con la strategia delle alleanze tra uomini e territori a baluardo del futuro digitalizzato, partendo proprio dall’Europa”.
Lo dichiara in una nota il referente nazionale di Sa Cosa, comitato spontaneo di cittadini – amici per la verità, Rocco Tiso.