Le code ai box allestiti all’aeroporto di Fiumicino, per fare i test rapidi sul Covid, sono cominciate fin dalla mattina di ieri. Come spiega ANSA, si calcola che nel solo scalo romano sono stati 2mila gli arrivi ‘a rischio’, ovvero da quei Paesi meta di vacanze ad alto numero di contagi: Spagna, Grecia, Croazia e Malta. Sono infatti proprio i rientri a preoccupare e a fare aumentare il numero, anche ieri, di nuovi casi: uno su tre nel Lazio, il 40 per cento in Toscana ma un po’ in tutte le regioni con nuovi contagi si debbono mettere in lista quelli da rientro dalle vacanze. A Fiumicino, lo scalo con il maggiore traffico di passeggeri, sono state allestite dodici cabine per effettuare il tampone nasofaringeo. “Le persone sono state poi mandate a casa con l’obbligo di isolamento in attesa della comunicazione da parte della Asl per l’esito dell’esame e la procedura da seguire nei giorni successivi”, sottolinea ancora l’Ansa. E in queste ore sarò pronto anche l’aeroporto di Ciampino ad ospitare i test Covid. Per quanto riguarda la città di Roma, lo si può fare in uno dei 15 drive-in che sono stati messi a disposizione. “Stiamo facendo uno sforzo massimo. Chiediamo però la collaborazione di tutti”, sottolinea l’assessore alla Salute della Regione Alessio D’Amato. “La seconda ondata non esiste: è tutto nelle nostre mani. Se noi torniamo allo spirito del lockdown e quindi con un po’ di pazienza sottoponendoci a questi test, facciamo una cosa utile per tutti noi”, ha detto il direttore sanitario dell’ospedale Lazzaro Spallanzani, Francesco Vaia, ieri presente allo scalo per l’avvio dei test.
I turisti italiani in rientro a Roma dai quattro Paesi segnalati hanno rispettato la disposizione e in molti hanno riferito che nelle località che preoccupano, da Ibiza a Rodi, comunque le regole anti-contagio vengono rispettate. Ma è vero anche che diverse persone, tornate soprattutto da Malta e Corfù, stanno allungando in queste ore la lista dei contagi in Italia.
Se ai box dello scalo le file non hanno destato grandi disagi, più problematica è stata invece la situazione ai drive-in della Capitale: intasato quello del San Giovanni, molti utenti sono stati “dirottati” ai due drive-in del Forlanini e del Santa Maria della pietà.
Francesco Vullo