“Pensioni, reddito di cittadinanza, Quota 100.
Sono questi i temi forti su cui il neonato governo nazionale dovrà lavorare
se vorrà rispondere con concretezza ed efficienza alle istanze dei cittadini italiani”.
A lanciare il monito è Carmela Tiso, presidente del patronato Labor, con una rete di centinaia di sedi in tutto il Belpaese, promosso e sostenuto dalla Confeuro,
la Confederazione delle associazioni e sindacati liberi dei lavoratori europei. “Sono davvero numerose, infatti, le criticità e le segnalazioni che ci giungono da lavoratori e famiglie, che si rivolgono a noi per accompagnarli nelle procedure di richiesta della pensione e del reddito di cittadinanza. In questi percorsi cerchiamo di svolgere un servizio efficace ed efficiente ma non mancano i problemi amministrativo-burocratici che spesso impediscono l’accesso alle prestazioni previste dalla legge”, spiegano dal patronato. Che, come esempio, tira in ballo il reddito di cittadinanza. Stando ai dati ufficiali del primo trimestre, l’Inps ha ricevuto 1.460.463 domande di RdC, di cui 960.007 sono state accolte, 90.812 sono in lavorazione e 409.644 sono state respinte o cancellate. Delle 960.007 domande accolte, 842.787 riguardano nuclei percettori del Reddito, con 2.214.911 di persone coinvolte, le restanti 117.220 sono nuclei percettori di Pensione di Cittadinanza, con 13.512 persone coinvolte. “Per quanto riguarda l’importo mensile erogato – afferma Carmela Tiso -, si va da una media di 387,25 euro per le persone sole, ai 626,32 per i nuclei con 5 componenti, ai 617 euro per quelli con sei o più persone. Dal canale patronati sono state inviate circa di 160mila domande, di cui poco sopra le 100mila sono state quelle accolte. Quindi, molto al di sotto delle attese”. Perché questo? “La procedura telematica completamente nuova messa a disposizione dell’ Inps – spiega la presidente di Labor – non era pronta per i patronati poiché questi ultimi sono entrati solo in fase di conversione in legge del Dl 4 del 28 gennaio. Questo ha provocato tutte le difficoltà del caso, costringendo i patronati ad inviare molteplici segnalazioni all’istituto per la risoluzione dei problemi, che in alcuni casi ancora oggi si riscontrano. Molte lamentele, inoltre, sono arrivate ai nostri sportelli quando gli assistiti si sono visti accreditare importi più bassi di quanto dichiarato dai politici in tv”. Problemi e aspettative disattese anche per quanto riguarda “Quota 100”: “Sono 176mila le domande presentate al 6 settembre all’Inps. Nei tre mesi estivi ne sono arrivate 34mila, poco più di 10mila al mese. Aumenta dunque il trend di rallentamento registrato a giugno. Rispetto a febbraio, il primo mese in cui furono presentate un quarto del totale delle domande attese il rallentamento è sempre più evidente. Nella legge di bilancio 2018 – conclude Carmela Tiso – sono previsti 8 miliardi e si potrebbe ipotizzare un risparmio di tre o quattro miliardi. Soldi che ci auguriamo questo governo possa continuare a investire in politiche, realmente vicine ai cittadini”.