Visto da casa, il mondo dello spettacolo,
appare abitato da un tripudio di persone che possono permettersi qualsiasi cosa grazie ai guadagni stratosferici
che ricevono anche solo con la comparsa all’interno di un film o come ospiti in qualche talk show.
Se però non è sempre tutto rose e fiori (perché si sa che anche i ricchi piangono anche se è meglio farlo sui sedili di una RR anziché su quelli di una metropolitana)
ci sono tutta una serie di artisti ai quali, nonostante non manchino il talento e la voglia di lavorare, non sono concessi il lusso di un tetto sopra la propria testa e la certezza di un pasto a fine giornata. Sono gli artisti di strada che si incontrano ogni giorno al semaforo o ai bordi dei marciapiedi, che danno spettacolo regalando sorrisi in cambio di applausi e qualche centesimo. Tra questi siamo riusciti ad incontrare Victor Quadrelli: una vera star degli artisti di strada che ha saputo far rivivere il ragioniere più sfortunato e famoso d’Italia.
Chi è Victor Quadrelli?
《Il mio nome è Victor, ho 29 anni e sono nato a Bogotà nel 1990. Arrivai in Italia nel ’92 tramite una coppia di Rimini che mi ha adottato. Infanzia difficile tra amanti di mia madre adottiva e litigi accesi tra i miei. Nel 2008 hanno finalmente divorziato e l’anno dopo ho cominciato a fare cabaret imitando Paolo Villaggio, lo imito da quando avevo cinque anni》
C’è qualche grande nome dello spettacolo che hai incontrato e che ha riconosciuto il tuo talento?
《Sì, ho lavorato con molti e altri li ho incontrati in questa “avventura”. Mi hanno aiutato Terence Hill, Enrico Montesano, Enio Drovandi e altri che non vogliono essere nominati. Penso che siano legati ognuno ad emozioni diverse però c’è anche chi mi ha colpito negativamente: nel 2010 presi un pugno in bocca da un protagonista della commedia italiana perché non volevo condividere con lui i suoi “vizi“》
Come mai la scelta di imitare il rag. Ugo Fantozzi?
《Fu una scoperta emozionante, avevo cinque anni e con degli amichetti stavamo citando varie frasi del ragioniere finché non mi uscì la voce simile. In due anni arrivai ad assomigliare maggiormente a Villaggio e nel giugno del 2009 cominciai a fare cabaret imitandolo. Lo incontrai la prima volta nel 2008 a Roma e fu indimenticabile: mi avvicinai facendogli la sua voce e lui disse: “Porca puttana..”. Per me rimarrà in eterno il miglior complimento》
Come vivi ora e come vedi la tua vita lavorativa nei prossimi anni?
《Dal 17 Settembre 2017 vivo per strada a Roma. Non ho mai avuto appoggi morali dalla famiglia in quanto comico, così sono scappato e ora (soprav)vivo a Roma. Dormo a volte in stazione Termini, a volte Villa Borghese e a volte (rare) sono ospitato da conoscenti oppure perfetti sconosciuti che hanno visto il servizio “Fantozzi non è morto” (di Repubblica) o l’intervista di Rai 3 (#cartabianca di Bianca Berlinguer). Vedremo come andrà…》
A fine giornata, quando le strade si svuotano, agli artisti come Victor non rimane altro se non raccogliere le proprie cose e riuscire a trovare un posto dove passare la notte. Magari si trascinano dietro un vecchio trolley così pesante e malandato a cui sono saltate le ruote. Il rumore di quella valigia che striscia sull’asfalto suscita lo sdegno in chi si trova davanti alla scena ma non c’è nessuno disposto a dare una mano. Così se fino a qualche minuto prima un giovane artista poteva godere di un pizzico di fama e ammirazione, ora è diventato solo uno dei tanti invisibili che abitano la città e che possono solo augurarsi un domani migliore di oggi.
Francesco Vullo