Manovra, “aumenta spesa pubblica, meno soldi per istruzione”

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Manovra, “aumenta spesa pubblica, meno soldi per istruzione”

dimaiodimaioNon era nelle nostre intenzioni approfondire i numeri della “manovra del popolo”. Ma lo abbiamo fatto, per rispondere ai cittadini che hanno insistito. È doveroso precisare che questa legge di bilancio non è frutto di una discussione parlamentare, bensì è un prodotto esclusivo del governo. Approfondendo, viene fuori che nei prossimi tre anni la spesa pubblica aumenterà di circa 51 miliardi. E meno male che il ministro al Lavoro e Sviluppo, nonché Vice Premier Di Maio, sosteneva di avere nel cassetto un piano per la revisione della spesa da circa 30 miliardi e che aveva contezza dove tagliare per il triennio 2019-2021. Pochi taglietti che sommati fanno in tutto 1,4 miliardi. Per il cambiamento mancano 28,6 miliardi di euro. E di cambiamento ce n’è poco pure dentro quei 51 miliardi di spesa in più. Che, al solito, finiscono nelle tasche dei nostri creditori, che si intascheranno 8,5 miliardi di interessi in più sui titoli di Stato. Nel 2021, stando al documento del governo, la spesa per interessi raggiungerà – spread permettendo – gli 82,7 miliardi di euro (oggi sono 74,2). Una cifra molto simile a quella che spenderemo per pagare le pensioni, il cui costo cresce in tre anni di circa 4 miliardi, da 85 a 89 miliardi di euro, e per i sussidi sociali, che passano da 40 a 42 miliardi circa. Pensioni e assistenzialismo. O se preferite, Quota 100 e reddito di cittadinanza. Ma indovinate dove tagliano i nuovi statisti? Pubblica Istruzione 10% da 48 a 44 miliardi, ma chi ci lascia le penne è l’istruzione primaria – 2 + -1,5 per gli insegnanti di sostegno e poi ancora meno per competitività e sviluppo”.
Così, in una nota, il portavoce di Iniziativa Comune, Rocco Tiso.