Esce “Nuvole strane” di Marco Onofrio

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Esce “Nuvole strane” di Marco Onofrio

nuvolestraneÈ appena uscito per i tipi di Ensemble Edizioni di Roma “Nuvole strane”, il nuovo libro di Marco Onofrio, con prestigiosa introduzione del Prof. Francesco Sisinni, docente universitario e già direttore generale del Ministero dei Beni Culturali. Libro insolito, rispetto ai ventotto pubblicati in precedenza dal noto scrittore romano, naturalizzato marinese, che non aveva mai dato alle stampe un’opera di pensieri e aforismi, qual è “Nuvole strane”, e tuttavia naturalmente inquadrabile nell’orizzonte della sua produzione letteraria, da sempre pervasa di riflessione filosofica anche quando espressa in versi, narrazioni e saggistica. Sono ben 289 i frammenti, più o meno brevi, che compongono il libro. Le idee si susseguono e si rincorrono senza un ordine prestabilito, e questo rende ancor più varia e stimolante la lettura. “Nuvole strane” è un libro in cui tutti potranno riconoscersi, non solo per lo spettro degli argomenti ma anche perché Onofrio mette la profondità alla portata di ogni lettore, con uno stile elegante, preciso e sempre chiaro. Abbiamo raggiunto l’autore a Marino, dove vive dal 2006, per rivolgergli qualche domanda.

Marco Onofrio, come nasce “Nuvole strane”?

«Non lo so, ogni libro ha una genesi misteriosa. Posso dire, in verità, ciò che lo ha nutrito: i miei libri precedenti, soprattutto quelli di poesia; le mie sconfinate letture (leggo molto, per lavoro e passione: almeno un libro a settimana); l’esperienza, spesso amara, dei giorni attraversati. Ho impiegato vent’anni per scrivere i circa trecento “pezzi” del libro. Se la storia è maestra di vita, la vita è maestra a sua volta di pensiero».

Perché questo titolo?

«Amo le nuvole, mi incanto a contemplare l’evoluzione delle loro forme spumeggianti. Le nuvole hanno sempre ispirato la mia scrittura. Alla base del titolo c’è la cornice narrativa in cui i pensieri vengono incastonati, con il classico espediente del manoscritto ritrovato, per cui il libro si fa leggere come un piccolo romanzo. Ma “nuvole strane” siamo anche e anzitutto noi stessi, immersi nel cielo della vita e inafferrabili, sospesi, in continua trasformazione».

Quale reazione si propone di ottenere presso i lettori?

«Di proposito, nessuna: ogni libro è un messaggio in bottiglia che si affida alle acque del mare, ed è passibile delle più svariate sorti ed interpretazioni. Sarei tuttavia contento se chi legge “Nuvole strane” potesse usarlo come specchio della propria esistenza e scintilla per riaccendere la consapevolezza di esser vivo, individuo libero e pensante. Da lì potrebbero derivare, a pioggia, tanti benefici».