Teatro, in scena “Dunque, lei ha conosciuto Tenco?”

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Teatro, in scena “Dunque, lei ha conosciuto Tenco?”

tencoIl 15 e il 16 dicembre, presso il Teatro della tosse di Genova, andrà in scena “Dunque: lei ha conosciuto Tenco?” Scritto da Paolo Logli, per la regia di Davide Paganini, anche attore in scena, e Antonio Tancredi. Il tutto accompagnato dal quartetto jazz: Alberto “Napo” Napolitano, Andrea Vulpani, Lorenzo Capello, Maurizio Zofrea.

Genova, le notti insonni, il jazz, gli amici, le donne, il successo, il tormento, il mistero… e uno spettatore dal buio che ha deciso di parlare. Sono questi gli ingredienti che condiscono la nuovissima versione teatrale del monologo-intervista di Paolo Logli dal titolo Dunque lei ha conosciuto Tenco?, già vincitore del Premio ETI “Per voce sola 2006”.

L’originalissimo testo, che con fantasia e pertinenza storica evoca la grande figura di Luigi Tenco e del contesto in cui si muoveva negli anni d’oro della sua attività attraverso i pensieri, le impressioni e i ricordi di un testimone-ferroviere settentrionale rivive sulla scena grazie ad un’intensa, divertente e divertita interpretazione di Davide Paganini coadiuvato musicalmente dal quartetto Jazz.

Il monologo prende spunto da un aneddoto, una storia piccola e forse marginale raccontata tempo fa in televisione da Arnaldo Bagnasco. Nel racconto si descriveva Tenco attraversare una galleria della stazione di Genova Piazza Principe in equilibrio su un binario, suonando il sassofono e sfidando un temporale.

Un episodio che esemplifica la personalità di un uomo che non ha mai avuto paura delle poste in gioco, tanto da sbeffeggiare con la sua stessa morte il senso dell’istituzione. Ed è proprio un anziano ferroviere, Gino Grondona, che cerca di cogliere qualcosa del mito Tenco.

Una messa in scena semplice concentrata sulla voce dell’attore, vero e proprio strumento del concerto, ed arricchita dalle note musicali dal vivo della formazione dalle quali si sviluppa un dialogo interattivo che dà forma ad un’autentica partitura orchestrale, a sottolineare come le parole abbiano scansioni che si appoggiano alle metriche del brano musicale, come l’andamento ritmico dell’intero spettacolo sia continuamente intrecciato, e come i contrappunti non siano solo casuali, ma forniscano ulteriori chiavi di lettura del testo.

Uno spettacolo che porta con sé anche un messaggio di affetto e speranza, come sintetizzato dalle essenziali parole dell’ignaro ferroviere: “Non è che Tenco non avesse paura della morte. Non ci credeva, punto e basta”.

Disegno e luci sono a cura di Enzo Monteverde mentre i costumi sono curati da Daniele Gelsi.