Roma capitale del caffè. Parla il barista 2.0 Pietro Rastelli del team Roma

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Roma capitale del caffè. Parla il barista 2.0 Pietro Rastelli del team Roma

rastelli2Roma capitale del caffetteria italiana. Sedici baristi professionisti con le loro ricette originali si sfideranno a Roma – nella splendida location dell’Holiday Inn Rome in via Aurelia – il 15 maggio prossimo, per la selezione dei finalisti del Gran Premio della Caffetteria Italiana: una sfida leale, colma di creatività, generata da una profonda passione per l’Espresso, la Latte Art e i Cocktail. Un momento di grande confronto creativo sulle potenzialità del Caffè Espresso italiano, attraverso le abilità di questi professionisti Aicaf, l’accademia del Caffè. Per saperne di più abbiamo intervistato uno dei responsabili, Pietro Rastelli
Pietro tu sei organizzatore dell’evento e responsabile Aicaf. Ci racconti qualcosa di te e dell’accademia del Caffè? “Noi siamo una scuola nata nel 2006 e facciamo esclusivamente caffetteria. Io ho frequentato questa accademia sin dal 2012, diventandone poi trainer. Con il mio collega Matteo Di Lorenzo siamo i responsabili di Aicaf Roma e siamo operativi a 360 gradi nel territorio capitolino. In questi giorni stiamo preparando un grande evento dedicato alla caffetteria, che andrà in scena il 15 maggio all’Holiday Inn di via Aurelia, dove saranno presenti 15 tra le più grandi torrefazioni del centro-sud Italia, in particolare Roma e Napoli: un progetto a cui lavoriamo da almeno un anno e mezzo e che vede come main sponsor Cimbali Roma le cui macchine per espresso – di nuova generazione chiamate M100 – saranno utilizzate in occasione del Gran Premio della Caffetteria Italiana. Siamo felici di aver portato all’attenzione dei cittadini questa selezione di assoluto livello, dove competeranno 15 baristi professionisti sulla materia caffè. Sarà uno spettacolo splendido”.
In questo periodo si parla molto di barista rigenerato, Cosa significa? “Dunque, a me piace molto il concetto del barista 2.0. Noi siamo gli chef dell’Espresso e dobbiamo essere in grado di lavorare il caffè con competenza e professionalità, a 360 gradi appunto. Nel mio lavoro di trainer cerco di trasferire questi principi, questi insegnamenti: sia ai baristi principianti sia a chi ha tanti di esperienza nel settore. Sono d’altronde convinto che da qui a 10 anni la caffetteria italiana cambierà totalmente pelle e “dietro al banco” ci saranno sempre più professionisti del caffè che sapranno curare il cliente, spiegare nei minimi dettagli il loro prodotto di caffetteria e gestire le criticità del lavoro”.
M.M.