Il matrimonio tra il Flaminio e il rugby s’ha da fare

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Il matrimonio tra il Flaminio e il rugby s’ha da fare

flaminiostadiumFir e stadio Flaminio, un matrimonio che (forse) si fara’.

È forte, infatti, l’interesse da parte della Federazione italiana rugby di riportare a nuova vita l’impianto romano di viale Tiziano, quello da dove tutto, o quasi, ha avuto origine:

qui, infatti, la Nazionale ha esordito nel Sei Nazioni, era il 5 febbraio 2000, vincendo 34-20 contro i campioni in carica della Scozia.

E poi tante altre sfide, piu’ o meno fortunate, sicuramente storica come quando nel 2007 batterono il Galles conquistando per la prima volta 2 vittorie in una sola edizione del torneo.

L’idea di sistemare il Flaminio, oggi in condizioni di abbandono, riportando attivita’ al suo interno, “viene dal Coni, da Malago’- ha detto all’agenzia Dire il presidente della Fir Alfredo Gavazzi- e noi l’abbiamo presa al balzo”. Recuperare il Flaminio “e’ opportuno”, e’ un impianto “in cui e’ iniziata la nostra storia”. Gavazzi ha ricordato che “all’inizio era difficile riempirlo, poi lo abbiamo riempito, poi ampliato” e la visibilita’ “e’ buonissima. Vedere il Flaminio in quelle condizioni ad un appassionato di rugby fa male”. Ma non solo: “Cerchiamo una sede, e il Flaminio puo’ essere usato anche per attivita’ diverse. Li’ ci sono infatti anche palestre e piscine”. Dalla parte anteriore, invece, “c’e’ la possibilita’ di mettere degli uffici”.

Al momento “stiamo espletando accertamenti e visure per renderci conto esattamente cosa fare. Vorremmo anche fare un museo del rugby”. Per quanto riguarda il campo da gioco, “potrebbe servire ad altri sport come anche alla Fir. Stiamo definendo un programma per il Seven a Roma, quindi potrebbe servire per questo. Potrebbe poi darsi che avremo la possibilita’ di avere una franchigia a Roma, sarebbe la sua casa”. Attualmente l’Italia ha due franchigie, Zebre e Benetton Treviso, che partecipano al campionato di Pro12 con squadre gallesi, scozzesi e irlandesi. “A noi e’ dispiaciuto molto anni fa quando non fu possibile ampliarlo. Con 45mila posti sarebbe stato lo stadio ideale per la Nazionale di rugby- ha detto ancora Gavazzi- Staremo a vedere se il Comune ce lo lascia rivedere, se lo vendera’ a noi o se fara’ una convenzione lunga. Intanto stiamo andando avanti”.

Dire.it