Marino, in libertà i tre dell’inchiesta Lidl. Il Riesame “sconfessa” il Gip

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Marino, in libertà i tre dell’inchiesta Lidl. Il Riesame “sconfessa” il Gip

giustiziaaaaaaSono stati rimessi in stato di libertà i tre indagati arrestati e ristretti ai domiciliari lo scorso 20 aprile nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Mercurio” (arresti eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo e indagini dirette dal Procuratore della Repubblica di Velletri Francesco Prete e dal Sostituto Procuratore Carlo Morra): gli ex assessori comunali di Palazzo Colonna, Mauro Catenacci e Marco Ottaviani, e il commercialista Marco Baldi. I legali dei tre arrestati, ritenuti responsabili di un presunto patto corruttivo per l’apertura di un supermercato a Marino e ristretti ai domiciliari su ordinanza del Giudice per le indagini preliminari di Velletri, hanno infatti chiesto la revoca della misura cautelare: revoca ottenuta dal Riesame la scorsa settimana.

Ma quali sono le ragioni che hanno convinto il Tribunale ordinario di Roma – Sezione per il Riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale a rimettere in libertà Catenacci, Ottaviani e Baldi? A proposito dell’ordinanza di misure cautelari emessa il 18 aprile dal Gip del tribunale di Velletri, le parole del collegio sono chiarissime: “… La motivazione dell’ordinanza non contiene alcuna autonoma valutazione degli indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari richiesta dall’art. 292 lett c) c.p.p. nella parte in cui stabilisce che l’ordinanza cautelare deve contenere, a pena di nullità, rilevabile di ufficio <<l’esposizione e l’autonoma valutazione delle specifiche esigenze cautelari  e degli indizi che giustificano in concreto la misura disposta, con l’indicazione degli elementi in fatto da cui sono desunti e dei motivi per il quali essi assumono rilevanza…>>”, si legge nell’ordinanza del Riesame.

Nel caso in questione, dunque, a parere del collegio, la motivazione del Gip sugli indizi a carico di Catenacci, Ottaviani e Baldi “è, sostanzialmente, assente e, indi, non è possibile procedere alla sua integrazione”. Il Riesame, chiarisce ancora: “Il Gip, infatti, ha integralmente riprodotto, con la tecnica del taglia e incolla, la richiesta di emissione di misura cautelare, presentata dal Pm senza integrare la stessa senza alcuna autonoma valutazione dei gravi indizi di colpevolezza, provvedendo unicamente a spostare  la parte sull’inquadramento giuridico dalla parte iniziale del provvedimento (come fatto dal Pm) alla parte finale dell’ordinanza con, anche in questo caso, – si legge ancora nell’ordinanza del collegio del Riesame – una mera riproduzione di quanto scritto dal Pm”.

Mentre l’unico elemento diverso rispetto alla richiesta del Pm, sempre in riferimento “ai gravi indizi di colpevolezza, è in realtà una mera elencazione delle fonti di prova e in quanto tale, assolutamente insufficiente secondo quanto chiarito dalla Suprema Corte”. Alla luce di queste e altre analisi, il Riesame sottolinea: “In questa situazione è evidente che la motivazione dei gravi indizi e sulle esigenze cautelari è del tutto apparente, essendo priva di ogni autonoma valutazione da parte del giudice che si è limitato a riprodurre pressoché fedelmente la richiesta di misura cautelare presentata dal Pm”.

Pertanto il tribunale, il 6 maggio, ha annullato l’ordinanza del Gip di Velletri per mancanza di autonoma valutazione degli indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, ordinando l’immediata liberazione di Catenacci, Ottaviani e Baldi. Si resta, tuttavia, sorpresi davanti al verdetto del Riesame, in cui un collegio di giudici usa termini non proprio edificanti nei confronti del Gip. Si auspica pertanto, leggendo le motivazioni del Riesame, che decisioni così importanti vengano ponderate perché incidono sulla dignità e sulla libertà delle persone. Sarà il merito del processo a stabilire l’eventuale responsabilità degli indagati, che avranno tre gradi di giudizio per chiarire la propria posizione.