Legge Delrio, il commissario “Tronca” Zingaretti

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Legge Delrio, il commissario “Tronca” Zingaretti

prefettotroncaCon la riforma Delrio viene ridisegnato l’assetto amministrativo delle regioni, attraverso una ridistribuzione delle funzioni ai cosiddetti “enti territoriali di area vasta”,

ossia le città metropolitane e le unioni dei comuni, tramite il riordino organizzativo e funzionale dell’ente provinciale.

Le 10 città metropolitane individuate sono: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, più Roma Capitale; il territorio dei nuovi enti coinciderà esattamente con quello della provincia omonima.

L’obiettivo della norma è quello di alleggerire le funzioni facenti capo alle province, comunemente intese fino ad oggi, in vista di una eliminazione delle stesse dalla carta costituzionale; per questo si potrebbe definire la Delrio una riforma transitoria in quanto si muove nelle more della modifica del titolo V della Costituzione, ancora in itinere, ma al contempo fissa modalità e tempi di attuazione del riordino organizzativo dei nuovi enti.

Per attuare i criteri stabiliti dal dl Enti Locali, le Regioni devono adottare proposte di legge di riordino, che definiscano la nuova struttura delle funzioni regionali.

Nel Lazio, ormai da settimane, è al vaglio della I Commissione Affari Istituzionali congiuntamente alla IV Commissione Bilancio del Consiglio regionale, la proposta di legge n. 269 sul “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alla Città metropolitana di Roma Capitale, a Roma Capitale e riallocazione delle funzioni amministrative a livello locale” che, di fatto, dovrebbe porre la città metropolitana di Roma al centro dell’architettura amministrativa della regione.

Sostanzialmente nella proposta di legge di riordino in esame, si fa riferimento a due tipologie di funzioni: quelle  definite “fondamentali” e quelle “non fondamentali”. Le prime sono già indicate nella legge Delrio, sono afferenti alla città metropolitana e alle province e riguardano temi quali: adozione e aggiornamento di un piano strategico triennale del territorio metropolitano, pianificazione delle reti di servizi e infrastrutture, mobilità, viabilità e pianificazione urbanistica, gestione e organizzazione dei servizi pubblici, gestione dell’edilizia scolastica, promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale e dei sistemi di informatizzazione e digitalizzazione.

Le funzioni non fondamentali, invece, sono oggetto di riordino da parte della Regione che, di fatto, decide a quale ente (tra regione, provincia e comune) affidare la delega e riguardano: i servizi sociali, lo sport, la polizia locale, lo sviluppo economico e le attività produttive, turismo, agricoltura, formazione professionale, attività culturali, beni risorse e personale.

Tra le criticità maggiori che sono emerse durante i cicli di audizioni che si sono susseguite alla Pisana, il nodo più duro da sciogliere resta quello della ricollocazione del personale “in sovrannumero”, proveniente dalle province, che dovrà essere inquadrato all’interno della Regione Lazio, secondo il principio di sussidiarietà tra gli enti.

Il neo-commissario di Roma Francesco Paolo Tronca, ascoltato oggi in commissione,  punta il dito sul ruolo istituzionale di Roma Capitale, che – a suo avviso- non emerge in maniera evidente nella proposta di legge e che, invece, meriterebbe  un approfondimento. Parimenti critica le modalità di recupero di risorse umane per lo svolgimento delle funzioni attribuite a Roma capitale, in quanto “se vengono attribuite nuove funzioni queste devono funzionare alla perfezione e per questo servono strumenti per farle funzionare”.

Lunedì pomeriggio si partirà con la discussione generale e a seguire con l’esame dell’articolato, per portare, quanto prima, il testo definitivo all’approvazione dell’aula consiliare. 

Daniela De Simoni