E’ una donna gagliarda e tosta, Martina Bernardini. Chi scrive la conosce da tempo, la segue e ne apprezza la cocciutaggine: un grande dono per chi, come noi, è chiamato a scandagliare, vagliare, approfondire, raccontare e “cronacare” gli eventi politici e amministrativi, palesi e nascosti, che caratterizzano la capitale d’Italia.
E lo sa benissimo giustappunto Martina, che sull’Urbe Eterna ci ha scritto un bel libro. “Roma, la Fabbrica degli Scandali”, lo ha chiamato. Un titolo forte e paradossalmente affascinante per una opera che racconta l’ultimo mezzo secolo di storia capitolina. Un libro, a cui Martina ha dedicato sudore, amore, professionalità e tempo. E che per questo merita di essere letto in ogni singola riga. Per poi andare oltre le righe e farsi un giudizio di quella che è stata, è e sarà Roma.
Martina, mi permetto di darti del ‘tu’ visto che siamo colleghi e ti conosco da tempo. Ti ho sempre apprezzato quale cronista d’assalto di un on-line romano, ti ritrovo autrice di un libro piuttosto impegnativo. Come ti è venuto in mente?
La determinazione e la passione che da sempre mi caratterizzano mi hanno portata fin qui. Da sempre amo scrivere e ho sempre sognato di scrivere un libro; la memoria del mio computer è piena di racconti, più o meno lunghi, che custodisco gelosamente. Poi, le scelte, mi hanno portato a intraprendere un percorso preciso: studio legge, mi occupo di cronaca romana, il tema era dovuto. Comunque, vista la mole di lavoro, anche io, a volte, mi sono chiesta come mi sia venuto in mente! Ovviamente, si fa per scherzare: vedere il mio libro pubblicato, ha ripagato tutti gli sforzi e tutti i sacrifici. E’ stato un percorso lungo, ma appagante, che spero si riveli fruttuoso.
Roma, la Fabbrica degli Scandali. Si parla tanto di Mafia Capitale ma gli scandali nell’Urbe Eterna non sono mai mancati. E nel libro sono bene evidenziati. Concordi?
Non posso certo affermare il contrario. Nel libro si racconta e si descrive un arco temporale ben circoscritto, che va dal 1953 al 2015, ovvero dalla morte di Wilma Montesi alle dimissioni di Ignazio Marino. In mezzo ci sono anche la speculazione edilizia, i cosiddetti “Grandi Eventi”, e molto altro ancora: sessanta anni, circa, costellati di grandi scandali, alcuni prettamente mediatici, altri ora politici, ora giudiziari. Alcuni di questi li abbiamo dimenticati; altri, soprattutto i più giovani, nemmeno li conoscono. Non è un caso se l’esergo del mio libro riporta una citazione di Filippo La Porta tratta da ‘Roma è una bugia’: «Qui sentite che la fine si avvicina e che pur tuttavia non viene mai, perché Roma, più che Città Eterna, mi appare eternamente terminale».
Cosa vuol dire per una ragazza di meno di trent’anni vedere un libro a fianco agli intramontabili di Oriana Fallaci?
Credo che per tutti, sedere al fianco di grandi autori, sia un’emozione indescrivibile. Per me in particolare, aver visto in più di una libreria il mio libro vicino alle opere di Oriana Fallaci ha un significato molto particolare: fu mio nonno, un giorno di qualche anno fa che tutti ricordiamo purtroppo, a mettermi tra le mani ‘La Rabbia e l’Orgoglio’. Lo lessi, ma all’epoca ero troppo piccola per afferrare in pieno il significato di un libro simile. Così, ho dovuto rileggerlo qualche anno dopo, ed è stato colpo di fulmine: quindi ho acquistato tutta la bibliografia di Oriana Fallaci, e ogni libro che leggevo era fonte di confronto con mio nonno. A lui piaceva, piace ancora oggi anche a me. Sedere su quegli scaffali accanto a lei è un onore per me; un posto che non merito, ma che tuttavia mi riempie di gioia. E che mi inorgoglisce particolarmente, proprio perché a lei sono legata anche per ragioni affettive. Come ho già detto altrove, è una postazione che dedico proprio a mio nonno, sperando che ne sia contento anche lui, ovunque sia.
Un giudizio sulla Roma di Oggi, pre Giubileo e incastrata nei suoi mille problemi politici e giudiziari, non posso non fartela: che 2016 vedi per la Capitale d’Italia?
Questa non è solo una Roma pre Giubileo, ma è anche la Roma in lizza alla corsa per le Olimpiadi del 2024. I Grandi Eventi in questo Paese, e dunque anche a Roma, non sono mai – o quasi mai – stati limpidi e trasparenti: la più grande sfida che abbiamo è dunque quella di dimostrare all’Italia intera di aver appreso dagli errori del passato. Questo compito è ancora più delicato per Roma, che ha bisogno non solo di Grandi Eventi senza “grandi sprechi”, ma anche di riscattare la sua immagine vilipesa dalle ultime vicende, come l’inchiesta Mondo di Mezzo. Gli esiti giudiziari della vicenda sono tutti da scrivere, ma non si può certo far finta, o non credere, che a Roma, purtroppo, corruzione e malaffare siano penetrati fin dentro la pubblica amministrazione. Spero che il Giubileo serva, metaforicamente parlando, a redimere la Capitale dai suoi peccati. Il 2016 non lo vedo roseo, tutt’altro: siamo senza un sindaco; andremo ad elezioni probabilmente già il prossimo anno. Temo che l’incertezza politica possa interferire con lo svolgimento, sereno, di un evento simile.
Una domanda futura e futuristica: oggi la fabbrica degli scandali. E domani per te cosa bolle in pentola?
Credo che di scandali, fosse anche solo romani, non smetteremo di parlarne in un futuro molto breve. Ma al momento altri progetti, editoriali, non ce ne sono: mi godo il momento, sperando che il libro possa servire a quanti non sanno, e possa essere apprezzato da chi invece ha una memoria storica più solida. Di sicuro, per ora, c’è che proseguirò nella mia attività di cronista, con l’obiettivo di conseguire i relativi riconoscimenti professionali.
Marco Montini