Seguivano le inserzioni su un noto sito di annunci, contattando quelli che pubblicizzavano la vendita di smartphone – di notevole valore economico – pagando con denaro contante falso.
Ad interrompere un vero e proprio sodalizio criminale messo in atto da 3 giovani fratelli – 2 ragazzi e una ragazza – è stata la Polizia di Stato.
L’indagine-lampo, condotta dagli agenti del Commissariato Tor Carbone, ha preso spunto da una denuncia sporta da una vittima di uno di questi episodi truffaldini. A presentarsi negli uffici di Polizia è stato ieri sera un uomo che ha riferito agli agenti la sua “avventura”.
Circa un mese fa era stato contattato da una ragazza che voleva acquistare un suo smartphone pubblicizzato in un annuncio su sito web; incontrandosi per la transazione economica, l’uomo riceveva in cambio del suo apparecchio elettronico le 700 euro pattuite.
Solo dopo qualche giorno l’uomo si accorgeva che le tutte le banconote erano false. L’altro ieri ha ricevuto un’altra telefonata per un suo nuovo annuncio di vendita di un telefono cellulare; riconoscendo la stessa voce femminile della precedente chiamata – a seguito della quale era stato truffato con il denaro falso – l’uomo ha deciso di rivolgersi alla Polizia.
Gli investigatori del Commissariato hanno immediatamente approntato un servizio di appostamento, volto all’osservazione dell’incontro – appositamente concordato dall’uomo – con la possibile acquirente. Luogo dell’appuntamento piazzale Nervi. Avvicinato da un’autovettura, dalla quale sono scesi un ragazzo ed una ragazza, l’uomo ha riconosciuto la giovane come la stessa ragazza del precedente incontro. Immediato l’intervento degli agenti.
Perquisendo i due ragazzi scesi, e un terzo rimasto ad attendere nell’auto, i poliziotti hanno trovato, e sequestrato, 12 banconote da 50 euro e 5 banconote da 20 euro tutte false.
Nell’auto c’era inoltre un altro smartphone, che da immediati accertamenti è emerso essere stato anch’esso acquistato con denaro falso; in commissariato è stato poi restituito al proprietario, il quale contattato ha riferito agli investigatori la medesima storia dell’altra vittima. Identificati per O.E, O.S e O.V., tre fratelli residenti nel campo nomadi di Ardea tra i 20 e i 25 anni, sono stati arrestati per i reati di truffa e di spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate.