I lavoratori del Gruppo Garofalo ai ‘funerali della sanità’

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I lavoratori del Gruppo Garofalo ai ‘funerali della sanità’

AureliaHospitalNon si ferma la protesta dei lavoratori del Gruppo Garofalo. Ieri i dipendenti hanno dato vita al ‘funerale dell sanità’ per esprimere il proprio dissenso contro i 160 licenziamenti e 2.500 posti di lavoro a rischio delle cliniche Aurelia Hospital, Città di Roma e European hospital.

Un corteo partecipato, in cui i manifestanti hanno spiegato come negli ultimi sette anni i tagli regionali finanziari sulle storiche strutture si aggirerebbero intorno ai venti milioni di euro.

Dalla Regione Lazio hanno fatto sapere che “le regole applicate alle strutture accreditate con il sistema sanitario regionale sono uguali per tutti. Dunque da parte della Regione non vi è accanimento verso alcuna struttura. A quelle del Gruppo Garofalo non è stata operata alcuna riduzione di posti letto e il budget di ognuna di esse, come di tutte le altre, è stato assegnato all’interno dei vincoli imposti dal piano di rientro e dalle norme della spending review. Peraltro i relativi contratti annuali sono stati sottoscritti dall’azienda. Riteniamo – hanno proseguito dall’ente regionale – dunque non utile scaricare sulla Regione questioni che non attengono al rapporto in essere con il sistema sanitario regionale, ma ad un processo di organizzazione aziendale. La Regione rimane aperta, come sempre, a qualsiasi valutazione di carattere complessivo ed infatti ieri ha incontrato una delegazione di lavoratori, ma dichiara non tollerabili ricatti occupazionali ed auspica l’avvio di un confronto dell’azienda con le Organizzazioni sindacali”.

A stretto giro la replica del gruppo Garofalo: “La Regione ci deve spiegare, quale è la politica sanitaria che sottende a questa scelta. Non è vero che non sono stati tagliati posti-letto. In realtà, all’Aurelia Hospital, da sempre punto di riferimento fondamentale per tutto il litorale laziale, sono stati soppressi letti di chirurgia vascolare, chirurgia plastica e ricostruttiva e neurochirurgia, oltre che il pronto soccorso per il trauma. A questo punto è il Gruppo Garofalo che chiede alla Regione in che modo potrà continuare a svolgere il suo ruolo nell’emergenza regionale, se sarà costretta a rifiutare pazienti che, in fin di vita, accederanno alla struttura con aneurismi dell’aorta, ictus cerebrali, arti amputati, infarti e traumatizzati gravi. Il vero ricatto – hanno chiosato – è stato subito dal Gruppo Garofalo perché è vero, come afferma la Regione, che i contratti sono stati sottoscritti dalle aziende, ma in quanto costrette pena la perdita dell’accreditamento istituzionale. Le vere vittime di questa insensata politica sanitaria regionale sono i cittadini che si vedono negato il diritto alla salute”.

A chiedere un intervento della Regione Lazio, infine, il consigliere regionale di Forza Italia, Adriano Palozzi: “Nell’esprimere piena solidarietà ai lavoratori delle cliniche Aurelia Hospital, Città di Roma e European hospital, oggi in protesta contri i 160 licenziamenti e 2.500 posti di lavoro a rischio, sollecito il presidente Zingaretti ad attivare in tempi rapidi e certi un tavolo tecnico con parti sociali, vertici aziendali e Regione Lazio. È necessario fare immediata chiarezza su una vertenza occupazionale preoccupante e sul destino delle storiche strutture sanitarie, che erogano prestazioni eccellenti a numerosi cittadini del nostro territorio”.