INTERVISTA – Annalisa Parente, la blogger che ama il caffè americano e spopola sul web

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INTERVISTA – Annalisa Parente, la blogger che ama il caffè americano e spopola sul web

ANNALISAPARENTEdi Marco Montini

“Sofie’s Mug è un tuffo nella mia Mug, appunto, piena di caffè americano, punti di vista, sogni e poesia. Spero in essa possiate trovare un sorriso o un sussulto sincronico del cuore. Mi chiamo Annalisa all’anagrafe, Sofia a Roma, Lisu al Sud. Scrivo di gusto, bevo caffè, fumo spesso e cucino con fantasia. 44 di taglia, 38 di scarpe. Letterata non pentita, sognatrice smarrita”. Con questo frizzante pensiero dice di sé Annalisa Parente, apprezzata blogger che sta spopolando sul web. Laurea magistrale in Filologia Moderna e docente di Lettere, la bella Annalisa nel 2011 pubblica un canzoniere poetico edito da Melagrana Edizioni dal titolo ‘Rosso come il latte’. Nel mentre, conseguito un Master in Fashion Communication, comincia a svolgere l’attività di blogger e fashion reporter negli eventi moda e arte della Capitale, unitamente a parallele collaborazioni per testate on line. Un mondo interessante, avvolgente, affascinante quello raccontato dalla mora meridionale, che Le Città ha avuto il piacere di intervistare in questi giorni di fine agosto.


Ciao Annalisa, benvenuta. Partiamo dalla tua interessante ‘creatura editoriale’, ciò che ti ha fatto conoscere al grande pubblico: il fashion blog Sofie’s Mug. Come nasce? Perchè hai deciso di chiamarlo cosi?

“Sofie’s Mug non è strettamente un fashion blog. Mi piace definirlo un lifestyle blog perchè la maggior parte degli articoli o dei post che esso contiene, anche quelli che trattano argomenti ‘fashion’ non ineriscono mai esclusivamente alla moda. Forse perchè ‘essere alla moda’ non mi interessa: io ho uno stile mio, spesso opinabile, non sufficientemente stravagante o brandizzato come la moda vuole e vorrei comunicare che il mio stile e quello di chi vuole ricercare il suo non è il frutto di un tour di shopping, ma di un percorso culturale ben preciso”. Ecco, la Mug di Sofie è quella tazza piena di caffè americano bollente in cui poter trovare energia, riflessioni, ironia e poesia”.

In Sofie’Mug non parli solo di moda ma di altri aneddoti e tematiche. Puoi dirmi qualcosa di più?

“In Sofie’s Mug parlo di me. Scrivo un articolo sempre mentre bevo una tazza del mio caffè. E sviluppo degli spunti o delle suggestioni che ho appuntato in treno, per strada, al mercato o semplicemente leggendo un libro. Le donne che mi seguono (non solo ragazze, ma anche madri e casalinghe), amano leggere i consigli di stile che do mai prendendomi molto sul serio (di Carla Gozzi ce n’è una e ci basta); ma quelle stesse che mi chiedono come legare i capelli con un foulard amano leggere anche d’amore, di relazioni, di debolezze, di vita quotidiana. E probabilmente la forza del mio blog sta proprio in quella quotidianità in cui ognuno di noi può cercare una buona dose di magia e colore. Dimenticavo: da buona forchetta e da discreta cuoca pasticciona che sono, non mancano nel blog le ricette di Sofie’s Kitchen che diventano però pretesto per costruirsi uno stile (di vita e non solo) anche a tavola!”.

Più in generale il Fashion blog ha mutato la comunicazione della moda, a mio giudizio rendendolo maggiormente alla portata dei ‘non addetti ai lavori’ grazie ad un linguaggio diretto e giovanile. Sei d’accordo?

“Il fashion blog è nato con la migliore intenzione: uscire fuori dai diktat di grandi testate del settore (inaccessibili per comuni mortali) e raccontare la moda attraverso il punto di vista di chi ne è fruitore ‘di massa’ e che può disapprovare e dissacrare anche grandi mostri della moda. Questo, quando accade, potrebbe essere un buon feedback anche per i grandi Brand che si rispecchierebbero nelle aspettative e nelle eventuali delusioni della gente che li segue e che li adula come roccaforti dello stile (e ne escono di orrori dalle collezioni dei nomi più illustri, mi creda) Perchè siamo noi che mandiamo avanti questo sistema, giusto? Ebbene, oggi il fashion blog d.o.c – checchè se ne dica- è diventato altro: un po’ come alcuni aspiranti politici che predicano l’abolizione dei privilegi e poi, saliti al potere, si attaccano come cozze alla poltrona sfruttando tutti quei privilegi, così i fashion blogger più fortunati (per stile, contatti e perseveranza) quasi sempre si lasciano sedurre dal fascino dell’adulazione da parte dei grandi brand. Così smettono di scegliere e vengono scelti. Non li biasimo: non so se farei la preziosa se Sergio Rossi , Dior o altri nomi di livello mi ‘corteggiassero’”.

Oltre ad essere apprezzata blogger, sei anche scrittrice e insegnante. Tre universi paralleli che spesso di toccano, si intrecciano e a volte si sovrappongono. Che approccio hai con questi tre ruoli della comunicazione? Quale preferisci?

“Prima di essere insegnante, blogger e Annalisa stessa io mi sento scrittrice. Non importa quanto la mia scrittura piaccia. Io sento l’urgenza di scrivermi, sempre. Mi raccontano che quando ero piccolissima , disegnavo con l’indice, a pancia in su, delle lettere nell’aria. Ancora non ho smesso di scrivere quel libro. Questa mia urgenza di scrivere e di condividere la mia scrittura con persone che non mi conoscevano è stata la spinta più forte per aprire un blog”.

Quali sono i tuoi obiettivi professionali. Detto alla carlona: cosa vuoi fare da grande?

“Da grande vorrei fare: lo chef personale di Anna Wintour (le farei metter qualche chiletto di salute) , l’ideatrice di una fragranza che profumi di Passato, l’assaggiatrice di spezie per paesini sconosciuti del pianeta, la madre di un bambino/a che abbia gli occhi di mio fratello, l’attrice protagonista per un film di Tornatore, la presentatrice TV di un programma qualsiasi, l’autrice di di best seller stravenduto in Italia e in Giappone, la stessa moglie innamorata. Possono bastare?”,

Un’ultima domanda, diciamo cosi, tecnica: mi daresti una tua valutazione sul giornalismo attuale. Le nuove tecnologia sono una minaccia o una opportunità?

“Credo che il web sia l’unica speranza che ci rimane per avere una informazione LIBERA, GRATUITA e DEMOCRATICA. Tutto il resto spesso diventa carta straccia. E non è una metafora”.

Per saperne di piu, seguite Annalisa Parente su ISTAGRAM: Sofie’s Mug