di Raffaele Caldarelli
“Chi ama la Lazio, non va a vedere la Lazio…”. Così, mutuandolo con tanto di negazione aggiunta, si potrebbe sintetizzare una celebre espressione di Sergio Cragnotti, il Presidente dell’ultima Lazio scudettata.
Sono lontani i tempi “cragottiani” in cui le polemiche venivano repentinamente annullate dalle vittorie della squadra biancoceleste. Oggi il Presidente si chiama Claudio Lotito, un oggi giunto al decimo anno di gestione, un presente ed un Presidente scomodo per “un ‘assoluta maggioranza” che ha deciso di disertare lo stadio in segno di protesta nei confronti del n.1 societario.
Eppure Lazio – Parma, in scena nella prima domenica dell’ora legale, rappresenta l’ultimo trampolino da cui lanciarsi per tentare di entrare in Europa League. L’atmosfera del Foro Italico è sommessa a causa dei “manifestanti assenti”; ci prova Guido, abbonato in Monte Mario, a riscaldare il pre – gara:” continuerò a sostenere la mia Lazio – dichiara dopo aver varcato il tornello- non amo Lotito ma lasciare la squadra, a mio avviso, è un atto di resa totale ed io – prosegue- non ho intenzione di abbandonarla!”.
La partita contro i ducali gialloblu è la prima di 4 partite casalinghe che la compagine capitolina disputerà da qui a metà Maggio. ” Oggi è un match decisivo , l’Europa League viene considerata una competizione minore ma da pur sempre una certa visibilità”, affermano in coro Patrizio e Gianluca diretti in Tribuna Tevere. Già la Tevere, la tribuna più popolata rispetto al desolante vuoto presente in Curva Nord. Mancano, dunque, i cori incessanti della parte più calda,nonostante ciò i 5mila spettatori, sparsi nei vari settori dello stadio, provano ad incitare i propri beniamini non lesinando cori(di scherno) e fischi nei confronti di Lotito.
In campo la partita è vibrante, le due squadre danno vita ad un incontro vivo e ricco di emozioni. Ad una manciata di minuti dal novantesimo, il risultato è fermo sul 2 a 2 quando Corrado – giovane aquilotto- pronostica:” sta a vedere che vinciamo….”. Il destino, sintonizzato sulle frequenze laziali, strizza l’occhio alla speranza del ragazzo concedendo ad Antonio Candreva la palla del 3 a 2, proprio in zona Cesarini. Il goal del “tuttocampista” romano rallegra gli umori degli “stakonivisti da tifo” così Il vuoto di molti seggiolini è, d’improvviso, riempito dai bagliori di sole provenienti dai pertugi della copertura dell’Olimpico. “Pochi ma buoni!”, esulta un anziano supporter aggiungendo:” la Lazio è sempre la Lazio, chi l’ama non potrà mai abbandonarla.” Omnia vincit amor…