La Barbuta, la protesta di Casapound: “Alloggi per nomadi? Prima gli italiani”

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La Barbuta, la protesta di Casapound: “Alloggi per nomadi? Prima gli italiani”

striscioneciampinoManichini simboleggianti cittadini derubati, volantini e uno striscione con la scritta: “Alloggi per i nomadi della Barbuta? Prima gli italiani!”. È questa l’azione messa in atto nella notte da CasaPound Italia a Ciampino, Santa Maria delle Mole e Cava dei Selci per protestare contro il degrado portato nella zona dal campo nomadi della Barbuta. “Il campo rom della Barbuta è il segno più evidente del degrado della zona – dichiara in una nota Fabrizio Croce, responsabile di CasaPound Italia Castelli Romani – Furti alle macchine, nei negozi e nelle abitazioni, scippi e altri episodi spiacevoli sono da tempo all’ordine del giorno – continua Croce – senza contare i seri effetti dei fumi tossici dovuti alle gomme bruciate, con conseguenze che si ripercuotono anche sulla viabilità, in particolare lungo i tratti del Grande Raccordo Anulare che costeggiano la zona. A tutto ciò si aggiunge la recentissima notizia secondo cui la multinazionale francese del bricolage Leroy Merlin avrebbe proposto al Campidoglio di aprire una sede nell’area in cui attualmente sorge il campo. La proposta, però, include anche la costruzione di cento alloggi da destinare ai nomadi sfrattati.”

“Il clima di costante pericolo – conclude Croce – sta compromettendo la qualità della vita non solo nelle immediate vicinanze dell’insediamento, ma anche in tutte le aree limitrofe, in particolare Morena, Ciampino, Cava dei Selci e Santa Maria delle Mole. L’impotenza dei cittadini di fronte a tutto questo è inaccettabile, e CasaPound Italia ha voluto, con questo gesto di protesta, prendere le parti di quanti hanno subito le conseguenze di una così vergognosa situazione. Rimarchiamo inoltre come sia assurdo che una multinazionale debba occuparsi di dare una risposta a un problema così sentito a cui le istituzioni non hanno saputo far fronte, per di più proponendo la costruzione di alloggi per i nomadi sfrattati”.