Qualcuno penserà che sono pazzi, qualcun altro obietterà replicando con un ‘no, pazzi no, ma di certo con qualche rotella fuori posto, questo si...”. Che ambedue le ipotesi siano da scartare ve lo assicuriamo noi: sono sani, sanissimi; nel fisico e nella mente. Tuttavia prima di pretendere che ci crediate sulla parola è bene sappiate che quel che è certo, praticamente inconfutabile, è che loro non difettano certamente di audacia, tanto da far venir spontaneo ribattezzarli i novelli Breavehearth dei giorni nostri. Impavidi e tenaci.
Ci vuole del fegato, in fondo, per prendere il mappamondo, farlo roteare e poi fissare il proprio indice sulle pendici dell’Himalaya. Tant’altro ancora per volare sin lì, alzare gli occhi al cielo e dirsi, l’un l’altro, “arriveremo sin lassù!“.
Non hanno ali, questo certamente no, ma un cuore grande e la determinazione di chi non si pone limiti. Caratteristiche fondamentali per chi, come loro, ha messo nel mirino l’impresa della vita. Partiranno con questo spirito i quattro castellani che nel settembre del 2014 tenteranno la scalata alla sesta montagna più alta del mondo: il Cho Oyu. E lo faranno con due fini: quello di dimostrare che certe imprese non hanno età e, contemporaneamente, per dare un sostegno tangibile alla Fondazione Francesca Rava, che rappresenta in Italia l’organizzazione umanitaria internazionale N.P.H. – Nuestros Pequenos Hermanos, fondata nel 1954 di Padre Wasson, che da allora si occupa di salvare migliaia di bimbi orfani e abbandonati in 9 Paesi dell’America Latina. Alla Fondazione andrà infatti il 10% del ricavato delle sponsorizzazioni che serviranno a finanziare la spedizione dei quattro scalatori castellani.
Un gruppo di ‘giovincelli’ di Ariccia che ha superato di slancio i 50 e che non ha mai smesso di porsi nuovi obiettivi. Antonio Magliacano, Giorgio Brunori, Carmelo D’Angelo saranno i tre impavidi scalatori che verranno trainati dall’esperienza dell’Istruttore Nazionale-Accademico del Club Alpino Italiano, il frascatano Massimo Marcheggiani, che sarà con loro quando tenteranno la scalata alla vetta del Cho Oyu, la ‘Dea del Turchese’, 8.201 metri sul livello del mare, proprio sul confine tra Tibet e Nepal.
“La nostra – sono loro stessi a ribadirlo, rimarcando cosa li ha spinti a tale scelta – non è la voglia di una conquista a tutti i costi, non la ricerca di una prestazione estrema e neppure la perversa smania di sfidare i propri limiti ma, piuttosto, la curiosità, l’intima necessità di intraprendere un viaggio, un cammino, un percorso di vita per guardare lontano e sognare più a lungo. Chiederemo alla ‘Dea del Turchese’ di lasciarci salire, cercheremo di sfiorare i suoi fianchi senza lasciare tracce profonde ed invasive, pregheremo perché ci conceda il privilegio di poterci affacciare alla Porta del Cielo”.
Perché i quattro possano arrivare sin lassù sarà fondamentale il sostegno e l’appoggio di chi vorrà finanziare l’impresa. La loro è infatti un’Associazione Sportiva Dilettantistica e di Promozione Sociale e Culturale, l’A.S.D. Robadachiodi, fondata proprio da questo gruppetto di cinquantenni ‘sognatori’, che insieme tenteranno l’impresa. L’Associazione, nata sulla spinta e sull’entusiasmo per questo progetto, ha come finalità più generali, in sintonia con lo spirito che anima i fondatori, la promozione di eventi finalizzati a favorire la pratica dello sport amatoriale a contatto con la natura, la sensibilizzazione alla salvaguardia e alla fruizione consapevole dell’ambiente, con particolare attenzione al territorio e all’ecosistema dei Castelli Romani, la promozione della solidarietà intergenerazionale e del turismo sociale e, infine, il sostentamento di progetti d’interscambio culturale e solidale.
La spedizione, e tutte le manifestazioni ad essa collegate, ha già ottenuto il patrocinio del Comune di Ariccia, ed è in procinto di ricevere anche quello della Regione Lazio. Diverse le iniziative che faranno da corollario alla stessa, tutte finalizzate a sensibilizzare la popolazione sullo spirito della spedizione e a far da veicolo alla stessa tramite la raccolta fondi. Si andrà, quindi, dalla serata di presentazione, durante la quale verranno svelate le finalità e i progetti dell’associazione, da svolgersi nel mese di febbraio presso la ‘Sala Bariatinsky‘ di Palazzo Chigi, ad Ariccia, alla ‘Giornata dello Sport e della Solidarietà‘, organizzata dal Comune di Ariccia nel mese di maggio, con allestimento di una parete per arrampicata in piazza e la realizzazione di uno spettacolo teatrale multiculturale. Non mancherà, nel mese di giugno, un’escursione ‘transgenerazionale’, tramite un ‘social trekking’ sul Gran Sasso, dedicata alle fasce più fragili della popolazione (anziani e disabili) e ai giovani in età scolare, strutturata in percorsi personalizzati per le diverse categorie. Di ritorno dall’aver fatto ‘capolino’ sul tetto del Mondo, i quattro daranno vita ad una serata-evento presso un agriturismo dei Castelli, dove nel novembre del 2014 condivideranno con tutti ogni particolare dell’impresa.
“Organizzare una spedizione di questo tipo – ammettono candidamente – e, più in generale, cercare di portare avanti un programma di attività mirate allo sviluppo della cultura sportiva, della salvaguardia ambientale e di progetti legati all’impegno sociale richiede, oltre al nostro entusiasmo, un consistente impiego di mezzi economici ed è per questo che chiediamo il supporto di chiunque lo voglia, a fronte del quale garantiremo un’ampia pubblicità alla singola attività, da veicolare durante tutte le nostre iniziative che precederanno e contraddistingueranno la scalata vera e propria”.
Per chiunque voglia saperne di più ‘Robadachiodi’ è anche su Facebook. In alternativa si può scrivere al presidente, l’ing. Antonio Magliacano (magliacano@libero.it – 335.8264165).