EDITORIALE – Qui mi fermo ma da qui riparto

HomeNEWS

EDITORIALE – Qui mi fermo ma da qui riparto

monzdi MARCO MONTINI

È finita. Sono gli ultimissimi battiti di redazione. Giusto il tempo di spegnere il computer, prendere cellulare, portafoglio, chiavi e sigarette. Anzi, no. Giusto il tempo di posizionare tastiera e display per raccontare questi 19 mesi e un po’ di Le Città. Mesi volati, sfuggiti via come mai prima. Mesi che mi hanno dato tanto, tantissimo – inutile dirlo – arricchendo la mia natura di reporter selvaggio di un tocco “redazionale”. Catenacci, sommari, colonne, righe, battute, gerenza, anche questo è stato lo splendore de Le Città. Sinceramente sono parecchio triste: penso ai confronti belli, spensierati, serrati, contrastati col mio direttore, che non smetterò mai di ringraziare per l’opportunità concessa. Un amico, oltre che un capo. Penso alle “cazzate” sparate con la nostra grafica Floriana, alle svirgolate dialettali della nostra segretaria Rosita, alla musica rock a palla del nostro grafico pubblicitario Riccardo. Penso ai “miei” collaboratori: ad ogni loro singola mail con il pezzo caldo da pubblicare, ad ogni loro telefonata. “Ciao, questa settimana per la Lente avevamo in mente…”. Quella frase risuonava ossessiva, emozionate, tutti i santi lunedì: una vera e propria anticamera di riflessioni e contenuti da materializzare il mercoledì sera in pagina. Fino ad oggi, ultimo mercoledì di settimanale free press. Insomma penso e ripenso con il magone che sale. Ammazza se sale. Lascio, però, con il sorriso e la consapevolezza di dovermi rimettere in gioco, ancora una volta. A trent’anni suonati. Da una parte sa di sfida nuova, di sana adrenalina che – vuoi per carattere, vuoi per incoscienza – spinge a non arrendermi, a pensare che chiusa una porta si aprirà un portone. Dall’altra questo addio conferma a pieno la dimensione dell’essere “giornalista”: condizione esistenziale ancor prima che ideale. Credo sia nel mio, nostro Dna, convivere con la precarietà, con l’instabilità. Qui mi fermo. Ma da qui riparto. Ringrazio tutti quanti, tutti coloro con i quali ho vissuto un pezzettino de Le Città: editore, direttore, grafici, segretari, collaboratori e lettori. Grazie davvero a tutti. Ora purtroppo devo andare, giusto il tempo di spegnere il computer, prendere cellulare, portafoglio, chiavi e sigarette. Purtroppo.