Datagate, faccia a faccia tra Letta e Kerry: “Verificare le violazioni sulla privacy”

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Datagate, faccia a faccia tra Letta e Kerry: “Verificare le violazioni sulla privacy”

kerryIncontro interessante quello che si è avuto tra il premier italiano, Enrico Letta, e il segretario di Stato americano, John Kerry. Tema prioritario sul fronte nazionale chiaramente il Date Gate con la delegazione nostrana che ha posto l’accento sulla necessità di verificare la veridicità delle indiscrezioni su eventuali violazioni della privacy, dopo che il quotidiano Le Monde ha rivelato, citando documenti dell’ex consulente dell’agenzia americana Nsa Edward Snowden, che la National Security Agency avrebbe praticato ”intercettazioni di massa” sulle comunicazioni telefoniche anche in Francia. Fonti di Palazzo Chigi rivelano che la risposta statunitense si è mostrata collaborativa cosi come Kerry, ufficialmente a Roma per incontrare Netanyahu nell’ambito dei colloqui di pace in Medio Oriente. Prima dell’incontro, il ministro Alfano aveva precisato: “Noi abbiamo un dovere di chiarezza nei confronti dei cittadini italiani. Dobbiamo acquisire tutta la verità e dire tutta la verità ai cittadini italiani senza guardare in faccia nessuno”. Intanto dal sottosegretario con delega all’Intelligence, Marco Minniti arrivano rassicurazioni: “Non ci sono evidenze che quanto accaduto in Francia sia accaduto in Italia”. Così invece il Garante della privacy, Antonello Soro, in una lettera al premier Letta: “Si tratta di una indispensabile operazione di trasparenza in quanto tali condotte, se confermate, avrebbero primariamente violato i principi fondamentali in materia di riservatezza dei cittadini e reso evidenti le debolezze connesse alla sicurezza delle reti e dei sistemi informatici rilevanti sul piano nazionale”. Nel frattempo si è mosso anche il Parlamento Europeo che nelle scorse ore ha approvato una risoluzione non vincolante, chiedendo all’Unione Europea di sospendere l’accordo con gli Stati Uniti per il programma anti-terrorismo di tracciamento delle finanze, in risposta alle presunte intercettazioni che gli Usa avrebbero fatto ai danni dei cittadini europei attraverso la banca dati Swift. Ma per il commissario agli Affari interni Cecilia Malmstrom il programma rimane. Almeno per il momento.