Dejan Stankovic: “Vi racconto la mia vita fuori dal campo”

HomeSPORT 3

Dejan Stankovic: “Vi racconto la mia vita fuori dal campo”

stankovicE’ un Dejan Stankovic a tutto campo quello che parla ai microfoni di Sky. L’ex centrocampista di Lazio e Inter ha detto la sua sulla nuova squadra di Mazzarri e racconta della sua vita fuori dalle luci mediatiche del Camionato.

L’Inter di Mazzarri?

L’Inter sta facendo bene, si vede l’identità dell’Inter, è cambiata rispetto all’anno scorso. Mazzarri è un allenatore che lavora, i giocatori sanno come stare in campo, con il pallone e senza pallone. Un allenatore così mi sarebbe piaciuto, ma ormai ho chiuso.

La nuova proprietà?

Mi auguro che il nuovo proprietario tratti l’Inter come ha fatto il Signor Moratti in questi anni.

Moratti?

Io posso solo ringraziarlo perché mi ha permesso di onorare la maglia dell’Inter, di conoscere tantissimi bravi giocatori, di giocare con loro, e soprattutto di entrare nella storia, di vincere tanti trofei. Me li ricorderò bene, adesso ho qualcosa da raccontare ai miei figli.

È importante la figura di Moratti nell’Inter?

Tecnicamente non so come funzioni, ma mi piacerebbe che Moratti rimanesse come Presidente dell’Inter perché è il primo tifoso.

Buona l’Inter di quest’anno o troppo brutta quella dell’anno scorso?

Era troppo brutta la passata stagione. Quest’anno può avere qualche vantaggio non giocare l’Europa, così mister Mazzarri avrà più tempo di dedicarsi alla squadra, di trovare gli automatismi, di fare un grande risultato, la Champions League.

Cos’è successo l’anno scorso dopo la vittoria allo Juventus Stadium?

Abbiamo vinto a Torino, poi abbiamo subito tantissimi infortuni, mancava più di mezza squadra. Mi è dispiaciuto per Stramaccioni, è un grande mister, si vedrà in futuro quando troverà una squadra, ma non poteva avere tutti a disposizione, non poteva giocare come voleva. Ma lasciamo alle spalle l’anno scorso, l’importante è fare un bel campionato quest’anno e tornare ad altissimi livelli.

Il presente di Stankovic.

Sono a Milano, continuo la vita, senza allenamento. Ci sono un po’ di impegni anche fuori dal calcio, mi sono preso un paio di impegni che seguiva mia moglie e ti dico che tornerei di nuovo nello spogliatoio e in campo (ride, ndr). Ho in programma di riposare un po’, di sistemare un paio di cose che non potevo fare quando giocavo. Aspetto Mihajlovic, vedo cosa fa lui, aspetto la sua decisione: se si ferma in Nazionale, gli darò una mano, mi piacerebbe fare qualcosa per la mia Nazionale.

Un impegno legato al campo?

Non in panchina, ma vicino ai ragazzi, vicino a Mihajlovic.

Il podio dei tuoi momenti più belli.

Il triplete è il più importante. Poi, il debutto con la Stella Rossa, con la Nazionale e l’arrivo in Italia sono tre passaggi della mia carriera, della mia vita.

Era più forte la Lazio degli invincibili o l’Inter del triplete?

Bella domanda, due belle squadre. Sono sicuro che con quella Lazio abbiamo vinto meno di quanto avremmo dovuto.

Dove ti sei trovato meglio?

Diciamo all’Inter.