Lo scorso 19 luglio, il Commissario straordinario di ASL Rm H Claudio Mucciaccio ha avuto modo di illustrare il progetto di razionalizzazione dei servizi, che entro il 3 agosto dovrà essere presentato in Regione. Sinistra Ecologia e Libertà dei Castelli Romani ha voluto evidenziare, in un documento, come tale piano di riorganizzazione mostri una gestione dei tagli tristemente nota negli ospedali dei Castelli. Si prevede infatti «la riduzione dei Poli Ospedalieri da 4 a 3, con la scomparsa dei poli di Albano/Ariccia e Genzano», ed una serie di conseguenti accorpamenti dei reparti «tali da determinare una riduzione dei Posti Letto». «Il territorio dei Castelli Romani da tempo ormai conosce i processi di razionalizzazione solo in termini di riduzione dei posti letto, ben oltre i limiti indicati a livello nazionale». Inoltre, sottolinea il documento della Sel locale, «assistiamo alla continua contrazione del personale, che comporta anche la perdita di eccellenze».
Secondo Sel è dunque necessario procedere ad una razionalizzazione di diverso stampo, che tenga conto delle emergenze sanitarie locali «anche confrontandosi con un regime convenzionale con la sanità privata fin troppo sovrapposto al pubblico, rispetto al quale mancano i requisiti minimi di coordinamento e razionalizzazione reale». Il documento sottolinea poi l’ambivalenza che vive il progetto dell’Ospedale dei Castelli, il quale è stato tolto dalla programmazione Regionale dall’ex commissario alla sanità Bondi, benché il cantiere sia in piena attività e nonostante i 120 milioni di euro stanziati dal centrosinistra (con gli allora assessori regionali Nieri e Battaglia) e riconfermati con decreto dalla precedente amministrazione regionale.
Anche i deputati locali Ileana Piazzoni e Filiberto Zaratti hanno espresso perplessità riguardo il piano di riassetto. «Non è più possibile -sostiengono i parlamentari di Sel – continuare con questo metodo di tagli già fin troppo abusato sulla sanità laziale. La Giunta Zingaretti si è fatta promotrice di una sanità pubblica diversa dal passato: efficiente, trasparente e alla portata di tutti i cittadini, i quali non meritano una sanità pubblica costantemente in deficit, senza un letto sicuro in ospedale e con professionisti il cui lavoro è messo a rischio da una precarietà sempre più ordinaria. Per questo anche la sanità locale, sui Castelli Romani -concludono i due deputati – può ripartire solo con un piano di razionalizzazione che punti a ridisegnare i metodi di gestione del sistema sanitario locale, e non più tagliando altri posti letto ed ulteriore personale».
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